7-34 Luglio 28, 1906 Arditezza dell’anima, Gesù la difende.

(1) Continuando il mio solito stato, per breve tempo è venuto il benedetto Gesù, ed io appena visto, l’ho presso e me l’ho stretto nelle mie braccia, ma tanto come se lo volessi rinchiudere nel mio cuore. In questo mentre vedevo persone intorno a me che dicevano: “Com’è ardita, troppa confidenza si prende, e quando uno si mette in confidenza, non si tiene quella stima e rispetto che si deve tenere”. Io mi sentivo tutta rossore nel sentire ciò, ma non potevo fare diversamente; ed il Signore ha detto a quelli:
(2) “Allora si può dire che si ama, si stima e si rispetta un’oggetto, quando si vuole fare suo proprio; e quando non si vuole fare suo proprio, significa che non l’ama, e quindi non ne fa né stima né rispetto. Come per esempio: Se si vuol conoscere se ama le ricchezze, parlandone di ricchezze ne fa la più alta stima, rispetta le persone ricche, non per altro che perché sono ricche, e tutte le ricchezze vorrebbe farle sue proprie. Se poi non l’ama, solo sentirne parlare, se ne infastidisce, e così di tutte le altre cose.
(3) Onde, invece di biasimarla, merita lode, e se mi vuole fare suo proprio significa che mi ama, mi stima e mi rispetta”.