Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

Taluni credono lecito di godere tutti per sé quei beni di tutti che il Signore ha loro concessi: lecito di conservarli, farli fruttare, adoperarli come loro pare e piace, senza farne parte alcuna ai bisognosi. Altri giudicano di fare abbastanza quando danno qualche piccola moneta somministrano qualche soccorso raro o stentato. Questo è in inganno. Gesù Cristo comanda la limosina. “Quod super est date elemosynam”. Fate limosina, e di che cosa? di quello che sopravanza al vostro onesto sostentamento. Ne mi si venga a dire che questo è consiglio e non precetto. Col vangelo alla mano io vi rispondo che è di consiglio abbandonare tutto per farsi volontariamente povero, come i religiosi: ma é di precetto il far limosina del superfluo. “Quod superest date eleemosynam”: queste parole non sono mie, ma sono di Gesù Cristo, che ci ha da giudicare e presso al cui tribunale non avranno bon gioco né pretesti, né cavilli. (San Giovanni Bosco)

6-136 Ottobre 16, 1905 Quanto più l’anima si avvicina all’amore di Dio, più sperderà le virtù.


(1) Avendo letto un libro che trattava delle virtù, guardando me stessa stavo impensierita ché non vedevo in me nessuna virtù; se non fosse solo che voglio amarlo, lo voglio, vi amo, e voglio essere amata da Gesù benedetto, niente, niente esisteva in me di Dio. Or, trovandomi nel solito mio stato, il mio adorabile Gesù mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quanto più l’anima giunge al termine, per avvicinarsi alla fonte d’ogni bene, qual è il vero e perfetto amore di Dio, dove tutto resterà sommerso e solo l’amore galleggerà per essere il motore di tutto, così l’anima sperderà tutte le virtù che ha praticato per il viaggio, per rinchiudere tutto nell’amore e riposarsi di tutto per solo amare; non vi sperdono tutto i beati nel Cielo per solo amore? Così l’anima, più cammina, meno sente il diverso lavorio delle virtù, perché l’amore investendole tutte, le converte tutte in sé, tenendole in sé stesso a riposo, come tante nobili principesse, lavorando lui solo e dandole vita a tutte, e mentre l’anima non le avverte, nell’amore le trova tutte; ma però più belle, più pure, più perfette, più nobilitate, e se l’anima lo avverte è segno che sono divise dall’amore. Come per esempio, uno riceve un comando, e l’anima esercita l’ubbidienza per ubbidire a quel tale per acquistare la virtù, per sacrificare la volontà propria, e tant’altre ragioni che ci possono essere; ora facendo così già si avverte che si esercita l’ubbidienza, si sente la fatica, il sacrificio che porta con sé questa virtù. Un’altra ubbidisce, non per ubbidire a quel tale, né per altre ragione; ma conoscendo che Iddio si dispiacerebbe della sua disubbidienza, guarda Dio in quel che comanda, e per amor suo sacrifica tutto ed ubbidisce. L’anima non avverte in questo che obbedisce, ma solo che ama, perché solo per amore ha ubbidito; altrimenti avrebbe disubbidito lo stesso, e così di tutto il resto. Quindi, coraggio al cammino, che quanto più si cammina, tanto più presto, anche di qua pregusterai la beatitudine eterna del solo e vero amore”.