Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

Leggiamo nel libro di Ester: "Quando il Re Assuero vide la regina Ester in piedi davanti a lui, piacque ella ai suoi occhi e stese verso di lei, in segno di clemenza, lo scettro d'oro che teneva in mano. Ed ella, avanzando, baciò la sommità  dello scettro" (Est 5,2). Assuero, nome che significa "beatitudine", è figura di Dio, beatitudine degli angeli, ai cui occhi piacque Maria, la nostra Regina, Ester, nome che vuol dire "preparata nel tempo", cioè per il tempo della nostra salvezza. Lo scettro d'oro è la grazia celeste che Dio infuse in lei, quando la riempì di grazia più di tutte le altre donne; e lei, che di sì grande grazia non fu certo ingrata, si avvicinò con l'umiltà , e baciò con la carità . (Sant'Antonio di Padova)

6-24 Marzo 5, 1904 La croce è citazione, avvocato e giudice all’anima, per prendere possesso del regno eterno.


(1) Questa mattina sentendomi molto sofferente, con l’aggiunta della sua privazione; onde dopo avere molto stentato, appena per pochi istanti è venuto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, le sofferenze, le croci, sono come tante citazioni che Io invio alle anime, se l’anima accetta queste citazioni, sia che siano citazioni che avvisano l’anima a pagare qualche debito, sia che sia avviso per fare qualche acquisto per la vita eterna, se l’anima mi risponde col rassegnarsi alla mia Volontà, col ringraziarmi, con l’adorare le mie sante disposizioni, ci mettiamo subito in accordo, e l’anima eviterà tanti inconvenienti che corrono d’essere citato di nuovo, di mettere avvocati, farne la causa e di subire la condanna del giudice. Solo rispondere alla citazione con la rassegnazione e con il ringraziamento supplirà a tutto questo, perché la croce le sarà citazione, avvocato e giudice, senz’altro bisogno per prendere possesso del regno eterno. Se poi non accetta queste citazioni, pensalo tu stessa in quanti abissi di sciagure, d’impicci, si getta l’anima e qual sarà il rigore del giudice nel condannarla per avere sfuggito la croce per giudice, tanto più mite, più compassionevole, più inclinato ad arricchirla anziché giudicarla, più intento ad abbellirla anziché condannarla”.