Sotto il Tuo Manto

Domenica, 29 giugno 2025 - Santi Pietro e Paolo (Letture di oggi)

Considera le tue debolezze non come una dannazione o limitazione, bensì come una grazia del Signore. Invece di offrire a Gesù i tuoi successi, la tua intelligenza, le tue capacità , offrigli la tua miseria, la tua povertà  e la tua stessa incapacità  di fare grandi cose. E Gli sarà  gradita la tua offerta, la unirà  alla Sua passione e la renderà  fruttuosa per te e per altre persone. Finché ti avvicini al Signore col cuore umile, e animato dal solo desiderio del Suo amore, Lui - nella Sua grande Misericordia - dimenticherà  i tuoi peccati e cancellerà  le tue colpe. Il Suo progetto per te non è quello che tu hai creato nella tua mente: esso si svela giorno dopo giorno nelle tue croci, nelle umiliazioni e negli apparenti fallimenti. Fidati di Lui. (Don Nikola Vucic)

5-27 Ottobre 29, 1903 Quando l’anima ha in sé stessa impresso il fine della Creazione, Gesù la contraccambia con parte della felicità celeste.


(1) Questa mattina il mio adorabile Gesù si faceva vedere nel mio interno, come se si fosse incarnato nella mia stessa persona, e guardandomi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando veggo nell’anima impresso il carattere del fine della mia Creazione, sentendomi soddisfatto di essa, perché veggo compiuta così bene l’opera da Me creata, mi sento in dovere, cioè, non dovere, ha soggiunto subito, ché in Me non ci sono doveri, ma il mio dovere è un amore più intenso di contraccambiarla, anticipando per lei parte della felicità celeste, cioè, manifestando al suo intelletto la conoscenza della mia Divinità, ed allettandola col cibo delle verità eterne; alla sua vista ricreandola con la mia bellezza; al suo udito facendo risuonare la soavità della mia voce; alla bocca coi miei baci; al cuore gli abbracci e tutte le mie tenerezze, e questo corrisponde al fine d’averla creato, qual’è: Conoscermi, amarmi, servirmi”.

(3) Ed è scomparso.

(4) Onde io, trovandomi fuori di me stessa, vedevo il confessore e gli dicevo quello che il benedetto Gesù mi ha detto; gli domandavo se andavo secondo la verità, e mi diceva: “Sì”. Non solo, ma soggiungeva che si conosceva bene il parlare Divino, perché quando parla Dio e l’anima lo riferisce, colui che ascolta non solo vede la verità delle parole, ma si sente nel suo interno una commozione che solo lo Spirito Divino possiede.