Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

Il tuo rapporto con il Signore deve essere all'insegna dell'amore. L'amore significa donazione. Devi essere fedele e vigilante per non rompere questa preziosa unione. Perciò ogni giorno offri a Gesù qualche segno del tuo amore. Anzi, fai tutto per piacere a Lui. Gesù vuole che ogni Sua grazia sia corrisposta: se rispondi alla prima grazia, subito ne arriva l'altra e l'altra ancora. A chi ha sarà  dato in abbondanza. E poi, devi essere grato: la gratitudine allarga il cuore e lo predispone alle grazie sempre nuove. Se manca gratitudine il dono è perduto. Se non si corrisponde alle grazie si rallenta il rapporto con Cristo, subentra la durezza del cuore, la volontà  si indebolisce e poco alla volta si adatta alla mediocrità . Quanti di noi, in certi periodi della loro vita, hanno vissuto un rapporto inebriante con Cristo, hanno gustato la dolcezza del Suo amore, hanno ricevuto grazia su grazia, lumi soprannaturali e una forte spinta alla santità , ma poi - poco alla volta - è subentrata stanchezza, l'abitudine. Perciò sii attento in ogni momento alla voce dello Spirito Santo, che può giungerti sia dalla preghiera o dal tabernacolo, sia per mezzo di un buon libro o di un pensiero ispirato. Il Signore si serve di tutto per parlare al tuo cuore. (Don Nikola Vucic)

5-14 Giugno 16, 1903 Quello che rende l’anima più cara, più bella, più amabile e più intima con Dio, è la perseveranza nell’operare solo per piacergli a Lui.


(1) Continuando il mio solito stato, mi sono trovata fuori di me stessa, e vedevo il bambino Gesù che teneva in mano una tazza piena d’amarezza ed una bacchetta, ed Egli mi ha detto:

(2) “Vedi figlia mia che tazza d’amarezza mi dà a bere continuamente il mondo”.

(3) Ed io: “Signore fatene parte a me, così non soffrirete solo”.

(4) Onde mi ha dato un pochettino a bere di quella amarezza, e poi con la bacchetta che teneva in mano si è messo a trapassarmi la parte del cuore, tanto da fare un buco da dove usciva un rivolo di quella amarezza che mi avevo bevuto, ma cambiato in latte dolce, ed andava alla bocca del bambino, il quale tutto si raddolciva e ristorava, e poi mi ha detto:

(5) “Figlia mia, quando do all’anima l’amaro, le tribolazioni, se l’anima si uniforma alla mia Volontà mi è grata, se me ne ringrazia, e me ne fa un presente offrendolo a Me stesso, per essa è amaro, è sofferenza, e per Me si cambia in dolcezza e ristoro, ma quello che più mi ricrea e mi dà piacere è vedere l’anima che se opera e se patisce, è tutta intenta a piacere a Me solo, senza altro fine o scopo di ricompensa, ma però, quello che rende più cara l’anima, più bella, più amabile, più intrinseca nell’Essere Divino, è la perseveranza in questo modo di comportarsi, rendendola immutabile coll’immutabile Dio; ché se oggi fa, domani no; se una volta tiene un fine, ed un’altra volta un altro; oggi cerca di piacere a Dio, domani alle creature, è immagine di chi oggi è regina e domani è vilissima serva, oggi si pasce di squisiti cibi e domani di sporcizie”.

(6) Dopo poco è scomparso, ma dopo poco è ritornato soggiungendo:

(7) “Il sole sta a benefizio di tutti, ma non tutti godono i suoi benefici effetti. Così il Sole Divino a tutti dà la sua luce, ma chi gode i suoi benefici effetti? Chi tiene aperti gli occhi alla luce della verità, tutti gli altri, ad onta che sta il Sole esposto ne restano allo scuro; ma propriamente gode, riceve tutta la pienezza di questo Sole chi sta tutto intento a piacermi”.