5-13 Giugno 15, 1903 Chi se ne serve dei sensi per glorificare Nostro Signore, conserva in sé la sua opera Creatrice.

(1) Trovandomi nel mio solito stato, il mio adorabile Gesù, non so come, lo vedevo dentro del mio occhio. Ond’io mi sono meravigliata, ed Egli mi ha detto:
(2) “Figlia mia, chi se ne serve dei sensi per offendermi deforma in sé la mia immagine, perciò il peccato dà la morte all’anima, non perché veramente muoia, ma perché dà la morte a tutto ciò che è Divino. Se poi se ne serve dei sensi per glorificarmi, posso dire: “Tu sei il mio occhio, il mio udito, la mia bocca, le mie mani ed i miei piedi”. E con questo conserva in sé la mia opera Creatrice, e se al glorificarmi aggiunge il patire, il soddisfare, il riparare per altri, conserva in sé la mia opera Redentrice, e perfezionando queste mie opere in sé stessa, risorge la mia opera Santificatrice, santificando tutto e conservandolo nella propria anima, perché tutto ciò che ho fatto nell’opera Creatrice, Redentrice e Santificatrice, ho trasfuso nell’anima una partecipazione dello stesso mio operare, ma il tutto sta, se l’anima corrisponde all’opera mia”.