Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

La ragione vera per cui non sempre riesci a far bene le tue meditazioni, io la rinvengo in questo e non mi sbaglio. Tu ti accosti a meditare con una certa specie di alterazione, congiunta con una grande ansietà , di trovare qualche oggetto che possa far rimanere contento e consolato il tuo spirito; e questo basta per far che tu non trovi mai quel che cerchi e non posi la tua mente nella verità  che mediti. Figlia mia, sappi che quando uno cerca con gran fretta ed avidità  una cosa perduta, la toccherà  con le mani, la vedrà  con gli occhi cento volte, e non se ne accorgerà  mai. Da questa vana ed inutile ansietà  non ti può derivare altro che una grande stanchezza di spirito ed impossibilità  di mente, di fermarsi sull'oggetto che tiene presente; e da questo, poi, come da sua propria causa, una certa freddezza e stupidità  dell'anima specificatamente nella parte affettiva. Non conosco altro rimedio al riguardo all'infuori di questo: uscire da questa ansietà , perché essa è uno dei maggiori traditori che la vera virtù e la soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al ben operare, ma non lo fa se non per raffreddarsi e ci fa correre per farci inciampare. (San Pio da Pietrelcina)

4-99 Gennaio 6, 1902 Effetti portentosi dell’unire la nostra vita con quella di Gesù. Due parole sulla morte.


(1) Stando nel solito mio stato, dopo aver molto aspettato, è venuto per poco il mio amatissimo Gesù, e mettendosi a me vicino mi ha detto:

(2) “Figlia mia, chi cerca d’uniformarsi in tutto alla mia vita, non fa altro che accrescere un profumo di più, e distinto a tutto ciò che feci nella mia vita, in modo da profumare il Cielo, tutta la Chiesa, ed anche gli stessi cattivi sentono spirare questo profumo celeste, tanto che tutti i santi non sono altro che tanti profumi, e quel che più rallegra la Chiesa ed il Cielo perché distinti fra loro. Non solo ciò, ma chi cerca di continuare la mia vita operando ciò che feci dove può, e non potendo, almeno col desiderio e con l’intenzione, Io lo tengo nelle mie mani come se stesse continuando tutta la mia vita in detta anima, non come cosa passata ma come se presentemente vivessi, e questo è un tesoro nelle mie mani, che raddoppiando il tesoro di tutto ciò che operai, lo dispongo a bene di tutto il genere umano. Onde non vorresti tu essere una di queste?”

(3) Io mi sono vista tutta confusa e non ho saputo che rispondere, e Gesù mi è scomparso; ma dopo poco è ritornato, ed insieme vedevo varie persone che molto temevano della morte. Ond’io vedendo ciò ho detto: “Amabile mio Gesù, sarà difetto in me questo non temere la morte, mentre veggo che tanto la temono gli altri, ed io, invece, pensando solo che la morte mi unirà per sempre con te, e terminerà il martirio della mia dura separazione, il pensiero della morte non solo non mi dà nessun timore, ma mi è di sollievo, mi dà pace e ne faccio festa, lasciando da banda tutte le altre conseguenze che porta con sé la morte”.

(4) E Gesù: “Figlia, in verità quel timore stravagante di morire è sciocchezza, mentre ognuno tiene tutti i miei meriti, virtù, ed opere, per passaporto per entrare in Cielo, avendone fatto a tutti donazione, molto più si profittano di questa mia donazione chi ha aggiunto il suo, e con tutta questa roba, qual timore si può avere della morte? Mentre con questo sicurissimo passaporto l’anima può entrare dove vuole, e tutti per riguardo del passaporto la rispettano e le fanno il passaggio. A te poi, questo non temere affatto la morte, avviene d’aver trattato con Me, ed avere sperimentato quanto è dolce e cara l’unione col sommo Bene, ma sappi però che il più gradito omaggio che offrire mi si possa, è desiderare di morire per unirsi con Me, ed è la più bella disposizione per l’anima per purgarsi, e senza alcuno intervallo passare a dirittura per la via del Cielo”. Detto ciò è scomparso.