Sotto il Tuo Manto

Domenica, 22 giugno 2025 - San Tommaso Moro (Letture di oggi)

Succede che, giudicando l'altro, tu proietti su di lui i propri errori. Cio che disapprovi nell'altro in realtà  fa parte di te stesso che non accetti. Dovresti spesso fermarti davanti allo specchio e guardarti in faccia per comprendere che l'invito a perdonare è un imperativo "sine qua non", e che senza il perdono non si va da nessuna parte. Perdonare l'altro significa riconciliarsi con sé stesso e con le proprie ombre. Se stai facendo il cammino di fede e ricevi da Dio il dono del perdono, allora sai che il Suo amore ti penetra totalmente e ti rende una creatura nuova e libera, capace di perdonare sempre. (Don Nikola Vucic)

4-91 Ottobre 8, 1901 Quando l’anima opera unita con Gesù, suoi atti hanno gli stessi effetti del suo operare. Valore della intenzione.


(1) Questa mattina, dopo d’avere stentato molto nell’aspettare il mio adorabile Gesù, io però mentre l’aspettavo facevo quanto più potevo d’unire tutto ciò che stavo operando nel mio interno, coll’interno di nostro Signore, intendendo dargli tutta quella gloria e riparazione che gli dava l’Umanità sua Santissima. Ora mentre ciò facevo, il benedetto Gesù è venuto e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, quando l’anima se ne serve come mezzo d’operare della mia Umanità, fosse anche un pensiero, un respiro, un’atto qualunque, sono come tante gemme che escono dalla mia Umanità, e si presentano innanzi alla Divinità, e siccome escono per mezzo della mia Umanità, hanno gli stessi effetti del mio operare quando stavo sulla terra”.

(3) Ed io: “Ah! Signore, mi sento come un dubbio, come può essere che con la semplice intenzione nell’operare, fosse anche nelle minime cose, mentre considerandole sono cose da niente, vuote, e pare che la sola intenzione dell’unione vostra e di piacere solamente a voi le riempie, e voi l’innalzate in quel modo supremo facendola comparire come una cosa grandissima?”

(4) “Ah! figlia mia, vuoto è l’operare della creatura, fosse pure un’opera grande, ma è la mia unione e la semplice mira di piacere a Me che la riempie, e siccome il mio operare, fosse anche un respiro accede in un modo infinito tutte le opere delle creature insieme, ecco la causa che la rende sì grande, e poi, non sai tu che chi si serve come mezzo della mia Umanità, d’operare le sue azioni viene a nutrirsi dei frutti della mia stessa Umanità, e ad alimentarsi del mio stesso cibo? Oltre di ciò, non è forse la buona intenzione che fa l’uomo santo, e la cattiva che lo fa perverso? Non sempre si fanno cose diverse, ma le stesse azioni uno si santifica e l’altro si pervertisse”.

(5) Ora mentre ciò diceva, vedevo dentro di Nostro Signore un’albero verdeggiante, pieno di belli frutti, e quelle anime che operavano per piacere solo a Dio, e per mezzo dell’Umanità sua, le vedevo dentro di lui, sopra di quest’albero, e la sua Umanità serviva d’abitazione a quest’anime. Ma quanto era scarsissimo il loro numero.