Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

La fede viva, la credenza cieca e la completa adesione all'autorità  costituita da Dio sopra di te, questo è il lume che rischiarò i passi al popolo di Dio nel deserto. Questo è il lume che risplende sempre nell'alta punta di ogni spirito accetto al Padre. Questo è il lume che condusse i magi ad adorare il nato Messia. Questa è la stella profetizzata da Balaam. Questa è la fiaccola che dirige i passi di questi spiriti desolati. E questo lume e questa stella e questa fiaccola sono pure ciò che illuminano la tua anima, dirigono i tuoi passi perché tu non vacilli; fortificano il tuo spirito nel divino affetto e senza che l'anima li conosca, si avanza sempre verso l'eterna meta. Tu non lo vedi e non lo comprendi, ma non è necessario. Tu non vedrai che tenebre, ma esse non sono quelle che coinvolgono i figli della perdizione, bensì sono quelle che circondano l'eterno Sole. Tieni per fermo e credi che questo Sole risplende nella tua anima; e questo Sole è appunto quello di cui il veggente di Dio cantò: «E nel tuo lume vedrò il lume». (San Pio da Pietrelcina)

4-48 Gennaio 15, 1901 Gesù le dice che lei forma il suo più gran martirio.


(1) Siccome nei giorni passati il mio diletto Gesù si è fatto vedere in qualche modo adirato col mondo, e questa mattina, non vedendolo venire, andavo pensando fra me: “Chi sa che non viene ché vuol mandare qualche castigo? E che colpa ne ho io? Siccome vuol mandare i castighi non si benigna di venire a me; sarebbe bello che mentre vuol punire gli altri, fa toccare a me il più grande dei castighi, qual’è la sua privazione”. Ora, mentre dicevo questi ed altri spropositi, il mio amabile Gesù, quando appena si è fatto vedere e mi ha detto:

(2) “Figlia mia, tu formi per Me il più grande martirio, perché dovendo mandare qualche castigo non posso teco mostrarmi, perché mi leghi da per tutto, e non vuoi che faccia niente; e non venendo, tu mi assordi con le tue querele, coi tuoi lamenti ed aspettazioni, tanto, che mentre mi occupo a castigare sono costretto a pensare a te, a sentirti, ed il mio cuore viene lacerato nel vederti nel tuo stato doloroso della mia privazione, perché il martirio più doloroso è il martirio dell’amore, e quanto più si amano due persone, tanto più riescono dolorose quelle pene, che non da altri, ma da mezzo loro stesse si suscitano, perciò statti quieta, calma, non voler accrescere le mie pene, per mezzo delle tue pene”.

(3) Onde Lui è scomparso ed io sono lasciata tutta mortificata, nel pensare che io formo il martirio del mio caro Gesù, e che per non farlo tanto soffrire, quando non viene debbo starmi quieta, ma chi può farlo questo sacrificio? Mi pare impossibile, e sarò costretta a continuare a martirizzarci a vicenda.