Sotto il Tuo Manto

Lunedi, 16 giugno 2025 - Sant´ Aureliano (Letture di oggi)

San Paolo avverte: "è ormai tempo di svegliarvi dal sonno!" Quando si è giovani, si sogna molto e i sogni sono fantastici. Nell'età  adulta i sogni sono più reali. Si sogna, in genere, quando si è in prosperità  o quando un qualsiasi successo ci fa gonfiare di orgoglio. Si sogna nella giovinezza quando non si ha ancora la visione chiara della fugacita' della vita. Per quanto uno possa sognare, viene pure un momento nel quale si presenta la vanità  delle cose terrene. Allora è un mondo che crolla. Ma chi vive di fede non si turba per quel crollo perché le sue radici sono in Dio. Chi vive di fede è come un albero sempreverde: anche se è troncato, rinverdisce perché ha sempre viva la sua radice. Io credo che chi crede debba essere un sognatore. Quando c'è di mezzo Dio, il sogno diventa una possibilità  concreta. Soltanto il sogno permette di immaginare una realtà  diversa e fa sospettare che quella "realtà  diversa" è troppo bella per non essere vera. (Don Nikola Vucic)

3-97 Luglio 17, 1900 Luisa dà un sollievo a Gesù. La fa considerare i castighi che risparmia.


(1) Avendo fatto la comunione, non vedevo secondo il solito il benedetto Gesù, onde dopo aver molto aspettato, mi sono sentita uscire fuori di me stessa e l’ho trovato. Appena visto mi ha detto:

(2) “Figlia, stavo ad aspettarti per potermi in te, un po’ riposare, che più non posso. Deh! dammi un sollievo!”

(3) Subito l’ho preso fra le mie braccia per contentarlo e l’ho visto che teneva una piaga profonda alla spalla, che faceva compassione e ribrezzo a guardarla. Onde per pochi minuti si è riposato, e dopo quel breve riposo, ho fatto per guardare, e la piaga era quasi risanata, quindi, tra la meraviglia e lo stupore, e vedendolo più sollevato, ho preso coraggio e gli ho detto: “Signore benedetto, il mio povero cuore è straziato da un timore, che non mi vuoi più bene. Temo che sia incorsa nella tua indignazione, perciò più non vieni come prima e non versate in me le vostre amarezze e non date a me più il mio bene, qual è il patire, e negandomi questo, venite a negarmi Voi stesso. Deh! date la pace ad un povero cuore! Dimmi, assicurami, giurami, mi vuoi bene? Continui a volermi bene?”

(4) E Lui: “Si, si, si, ti voglio bene”.

(5) Ed io: “Come posso essere sicura di ciò, mentre quando ad una persona si vuole vero bene, tutto ciò che vuole si dà? Io vi dico: “Non castigate le gente,” e Voi le castigate. “Versate le amarezze,” e non le versate, anzi, pare che questa volta vi inoltrate troppo. Onde, dove posso io appoggiarmi che mi vuoi bene?”

(6) E Lui: “Figlia mia, tu tieni conto dei castighi che mando, e di quelli che risparmio non ne fai conto. Quanti altri castighi avrei mandato, quante altre stragi e sangue avrei fatto versare, se non avessi riguardo a quei pochi che mi amano, ed Io amo d’un amore speciale?”

(7) Onde, dopo ciò, pareva che Gesù prendesse la via per andare dove succedevano strazi di carne umana, ed io, volendo seguirlo, non mi è stato dato di farlo e con mio sommo rammarico mi sono trovata in me stessa.