Sotto il Tuo Manto

Venerdi, 6 giugno 2025 - San Norberto (Letture di oggi)

La carità  perfetta consiste nel sopportare i difetti degli altri, non stupirsi delle loro debolezze, edificarsi dei minimi atti di virtù che essi praticano. Ma soprattutto la carità  non deve restare affatto chiusa nel fondo del cuore. Nessuno - ha detto Gesù - accende una fiaccola per metterla sotto il moggio, ma la mette sul candeliere affinché rischiari tutti coloro che sono in casa (Mt. 5, 15). Mi pare che questa fiaccola rappresenti la carità , la quale deve illuminare e rallegrare non soltanto coloro che mi sono più cari, ma tutti coloro che sono nella casa, nessuno eccettuato. (Santa Teresina di Lisieux)

Tragica passeggiata alla Stura


Questo sogno Don Bosco lo fece a Lanzo Torinese la notte del 17 aprile 1868. E un sogno terribile. Il direttore del Collegio, Don Lemoyne, che dormiva nella camera accanto, fu svegliato da un urlo agghiacciante che Don Bosco lanciò nel sonno.

A Don Bosco parve di trovarsi sulle sponde di un torrente non largo, ma dalle acque torbide e vorticose. I giovani che lo circondavano, tentavano di passare sulla sponda opposta. Molti prendevano la rincorsa, saltavano e riuscivano ad arrivare dall’altra parte. Altri però non ce la facevano. Qualcuno batteva con i piedi proprio sull’orlo della riva, ricadeva indietro e veniva trascinato dalla corrente. Qualcun altro piombava con un tonfo nel bel mezzo del fiume e spariva. C’era chi finiva sugli scogli aguzzi, sporgenti dall’acqua, e si spaccava la testa o si rompeva lo stomaco rimanendo boccheggiante.

A quella scena dolorosa Don Bosco gridava, avvisava, insegna va a prendere lo slancio con prudenza, ma inutilmente. Il torrente in poco tempo apparve cosparso di corpi inerti che, trascinati dalla corrente impetuosa, andavano a sfracellarsi contro una rupe, alla svolta del fiume, e lì sparivano in un vortice.

— Ma perché — si chiedeva Don Bosco — ragazzi tanto agili e snelli non riescono ad arrivare dall’altra parte con un bel salto? La spiegazione fu spaventosa, raccapricciante. Mentre prendevano lo slancio, molti avevano dietro qualche sciagurato compagno che, per un gusto malvagio, faceva lo sgambetto, oppure li tratteneva per il cappotto o, peggio ancora, con uno spintone li gettava irrimediabilmente nella rovina.

— Perché — esclamava Don Bosco il giorno seguente, riferendosi a questi criminali dello spirito — perché con i vostri cattivi discorsi volete accendere nel cuore dei vostri compagni la fiamma di quelle passioni che poi dovranno consumarli in eterno? Perché insegnate il male a certuni che forse sono ancora innocenti? Perché con la vostra ironia e con i vostri accordi insensati, vi ritirate dai Sacramenti e non volete ascoltare le parole di chi vi può mettere sul la buona strada? L’unica cosa che guadagnerete sarà la maledizione di Dio.

L’angoscia che stringeva il cuore a Don Bosco durante quel sogno gli fece gettare un urlo lacerante che lo svegliò. «Io li ho veduti tutti questi giovani, asseriva il Santo parlandone con il direttore, li ho veduti tutti e ho conosciuto certi volponi. Ma il mio segreto lo tengo per me e non lo dirò a nessuno. La prima volta che potrò ritornare a Lanzo dirò a ciascuno la parte sua».

Impressiona la parola di Don Bosco: « Io li ho conosciuti questi volponi». Non mancano anche oggi quelli che tra i compagni fanno le parti del diavolo. Vigilare per prevenire: ecco l’assillo e il dolce tormento dei genitori e degli educatori.