Sotto il Tuo Manto

Sabato, 7 giugno 2025 - Sant' Andronico di Perm (Letture di oggi)

Un giorno vidi la Madonna, che mi disse: «L'anima cara al Signore è quella che segue fedelmente le ispirazioni della grazia. Io diedi al mondo il Salvatore; il tuo compito è proclamare la sua infinita misericordia. Preparerai il mondo alla seconda venuta di Cristo, quand'egli apparirà  non più come Salvatore misericordioso, ma come giusto Giudice. Sarà  terribile quel giorno: giorno della giustizia e della collera divina. Già  è stato stabilito, e gli angeli ne tremano. Parla alle anime dell'infinita misericordia divina, finché perdura il tempo della misericordia. Se adesso taci, risponderai tu stessa d'un grande numero di anime. Non temere e sii fedele fino al termine. Io seguo i tuoi sforzi con il mio amore». (Santa Faustina Kowalska)

LIBRO SESTO


Il già detto fin qui potrebbe bastare.

1. 1. Forse potrebbe bastare. Dopo avere ripetuto tante volte le nostre ragioni; averle trattate, esaminate e discusse sotto molti aspetti; addotto prove dalle divine Scritture e citato, a nostro favore, tanti testi dello stesso Cipriano, credo che anche i più tardi di mente capiscano che il battesimo di Cristo non può violarlo nessuna perversità dell'uomo, né di chi lo dà, né di chi lo riceve. Ora, quando la questione dell'utile consuetudine era oggetto di vivaci discussioni, fatta salva la carità e l'unità, per nessun altro motivo alcuni pontefici di Cristo, anche uomini illustri, tra i quali spiccava soprattutto il beato Cipriano, credettero che il battesimo di Cristo non poteva trovarsi tra gli eretici e gli scismatici, se non perché non distinguevano il sacramento dall'effetto o dal frutto del sacramento. E poiché il suo effetto e il suo uso per la liberazione dai peccati e la rettitudine del cuore, non si trovavano presso gli eretici, si credeva che non vi fosse neppure il sacramento. Ma quanti volsero lo sguardo alla quantità di paglia nella Chiesa, videro chiaramente che neppure i perversi e i deviati presenti nell'unità, possono dare e avere la remissione dei peccati, poiché non ai figli cattivi, ma a quelli buoni, è stato detto: A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi li riterrete saranno ritenuti 1, eppure essi hanno, danno e ricevono il sacramento del battesimo. Così apparve chiaro ai pastori della Chiesa cattolica diffusa in tutto il mondo, che in seguito confermarono la primitiva consuetudine con l'autorità di un concilio plenario, che anche una pecora che errava fuori della Chiesa, e che, fuori di essa, aveva ricevuto dai suoi predatori il carattere del Signore, venendo alla salvezza dell'unità cristiana, era corretta dall'errore, liberata dalla prigionia e guarita dalla ferita; e tuttavia in essa il carattere del Signore era riconosciuto, anziché disapprovato. Questo carattere, infatti, lo imprimono molti lupi ai lupi, che sembrano, sì, dentro, eppure essi non appartengono a quella pecora che, sebbene formata da molte membra, è sempre una. Lo dimostrano i frutti della loro cattiva condotta, nella quale perseverano sino alla fine. Nella prescienza di Dio, infatti, come vi sono molte pecore che errano al di fuori, così vi sono molti lupi che insidiano al di dentro. Tra essi, tuttavia, il Signore sa chi sono i suoi 2: quelli che non ascoltano altra voce che quella del Pastore, anche quando le chiama tramite uomini simili ai Farisei, dei quali è stato detto: Quello che dicono, fatelo 3.

Cipriano è come una vigna.

1. 2. Come l'uomo spirituale, infatti, che possiede il fine della Legge 4, cioè la carità che deriva da un cuore puro, da una coscienza retta e da una fede non falsa, può, a causa del corpo che ancora si corrompe e appesantisce lo spirito 5, vedere con minore chiarezza e avere un'idea diversa della verità che Dio rivelerà, quando vorrà, a chi resta nella carità 6, così, l'uomo carnale e perverso può avere una cosa buona e utile, che gli viene da altri e non da lui. E come in un ramo fruttuoso si trova qualcosa da potare perché porti più frutto 7, così anche da una canna sterile e secca può pendere, sia pure legata, dell'uva. Ecco perché, come è stolto amare i sarmenti recisi da un ramo fruttuoso, è un bene non rifiutare i frutti saporiti, ovunque siano appesi; così, chiunque, staccatosi dall'unità, ribattezza, giustificandosi che Cipriano ha creduto che quanti venivano dagli eretici dovessero essere battezzati, in questo santo combatte ciò che va lodato e segue ciò che va corretto. In realtà, non pratica neppure ciò che segue. Mentre Cipriano infatti detestava, per amore di Dio, i separati dall'unità, e perciò ritenne che essi erano separati anche dal battesimo, i Donatisti, invece, che giudicano un piccolo crimine la separazione dall'unità di Cristo, sostengono che in essa il battesimo di Cristo non c'è, ma che è uscito con loro. Sono così lontani dalla fecondità di Cipriano, da non essere equiparati neppure ai suoi sarmenti!

Cipriano non ebbe chiara tutta la verità, ma fu vigoroso nella carità.

2. 3. Così chi, non possedendo la carità e percorrendo le vie dissolute di corrotti costumi, sembra dentro, benché sia fuori, e non ripete il battesimo di Cristo agli eretici, alla sua sterilità non porta alcun rimedio il fatto di non essere fecondo di un frutto suo, ma carico di un frutto altrui. Ora, può succedere che uno cresca vigoroso sulla radice della carità e che, sulla questione in cui Cipriano aveva un'idea distorta, l'abbia molto giusta, e che, ciò non ostante, in Cipriano vi siano molti più rami fecondi che in lui, e che in lui vi siano molti più rami da purificare che in Cipriano. Noi quindi non solo evitiamo di fare un paragone tra il beato Cipriano e i cattolici cattivi, ma non mettiamo facilmente neppure i buoni cattolici, sullo stesso piano di un uomo che la santa Madre Chiesa annovera tra i pochi e rari personaggi ricchi di grazia eccelsa, quantunque questi riconoscano il battesimo di Cristo anche presso gli eretici, mentre egli è stato di parere diverso, affinché, tramite lui, che non ebbe una visione chiara della verità e che però rimase ben saldo nell'unità, gli eretici potessero vedere chiaramente quale grande crimine era stato rompere il vincolo della pace. Del resto, neppure i ciechi Farisei, che pure in qualche caso dicevano ciò che si doveva fare, erano da paragonare all'apostolo Pietro, che pure, in qualche caso, aveva detto ciò che non si doveva fare. E non solo non bisogna confrontare l'aridità dei Giudei alla fecondità di Pietro, ma neppure considerare uguale il frutto di altri alla sua fecondità. Certo, nessuno oggi obbliga i Gentili a giudaizzarsi 8, ma non per questo, oggi, un uomo, quale che sia il suo progresso spirituale, va paragonato all'apostolato di Pietro. Perciò, pur rendendo a Cipriano il debito rispetto e, per quanto possiamo, tributando il giusto onore a questo vescovo pacifico e martire glorioso, oso dire che sul battesimo degli scismatici e degli eretici, la sua opinione fu diversa dalla verità scoperta più tardi; e questa non è una opinione mia, ma di tutta la Chiesa, rafforzata e confermata dall'autorità di un concilio plenario. Ugualmente, pur avendo grande venerazione per i meriti di Pietro, il primo degli Apostoli e il più insigne di tutti i martiri, oso dire che non fece bene a obbligare i Gentili a giudaizzarsi. Anche qui io non esprimo un giudizio mio, ma riporto l'insegnamento salutare dell'apostolo Paolo, conservato e osservato in tutta la Chiesa.

Il battesimo è in se stesso santo sia nei buoni che nei cattivi.

2. 4. Discutendo quindi dell'opinione di Cipriano, io, che pure sono molto inferiore ai meriti di Cipriano, affermo che il sacramento del battesimo possono averlo, darlo e riceverlo i buoni e i cattivi: i buoni a loro utilità e salvezza, i cattivi a loro danno e condanna, benché esso sia, in entrambi, ugualmente integro. E affermo che agli effetti di questa uguale integrità in tutti, non conta niente quanto sia più cattivo, chi lo ha tra i cattivi, né quanto sia più buono, chi lo ha tra i buoni; e quindi, non conta neppure niente quanto sia peggiore o migliore chi lo trasmette e, di conseguenza, quanto sia peggiore o migliore chi lo riceve. Il sacramento, infatti, e in quelli che non sono ugualmente giusti e in quelli che non sono ugualmente ingiusti, è in se stesso sempre santo.

I cattivi hanno il battesimo ma non fanno parte della colomba casta, della Sposa senza macchia.

3. 5. Ora, che il battesimo lo abbiano, lo diano e lo ricevano i malvagi che non hanno mai migliorato la loro vita, noi lo abbiamo dimostrato chiaramente, ritengo, sia dalle Scritture canoniche che dalle lettere di Cipriano. E che essi non appartengono alla santa Chiesa di Dio, anche se sembrano dentro, lo dimostra chiaramente il fatto, che sono avari, rapaci, usurai, invidiosi, malevoli, e altre cose simili; mentre la Chiesa è la colomba unica 9, pudica e casta, la Sposa senza macchia, né ruga 10, il giardino chiuso, la fonte sigillata, il paradiso coi frutti degli alberi, e altre cose simili 11. Il che non si intende se non nei buoni, nei santi e nei giusti, cioè, non solo in quelli che hanno lo Spirito Santo per compiere le operazioni dei doni, comuni ai buoni e ai cattivi, ma anche in quelli nei quali egli infonde l'intima e sovraeminente carità 12 e ai quali il Signore dice: A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi li riterrete saranno ritenuti 13.

La perversità del ministro del battesimo non ne ostacola gli effetti di santità.

4. 6. E quindi non è bene dire perché un malvagio non può trasmettere il battesimo, lui che può averlo, e come lo ha per la sua rovina, così lo trasmette per la rovina, non già perché trasmette una cosa cattiva e né perché è cattivo chi la trasmette, ma perché la trasmette ad un cattivo. In verità, quando un malvagio lo trasmette ad un uomo buono, cioè ad uno che si è convertito al vincolo dell'unità con una sincera conversione, tra il sacramento buono che si trasmette e il fedele buono a cui si trasmette, la malvagità di chi lo trasmette viene superata. E quando si rimettono i peccati ad un uomo che si è convertito sinceramente a Dio, glieli rimettono coloro ai quali li unisce questa sincera conversione. Veramente, glieli rimette lo Spirito Santo, dato a tutti i santi uniti a Lui con la carità, o che si conoscano o che non si conoscano fisicamente. Similmente, quando si ritengono i peccati ad un uomo, glieli ritengono certamente coloro dai quali egli si separa con una vita diversa e con l'apostasia del cuore corrotto, sia che lo conoscano fisicamente e sia che non lo conoscano.

Anche chi è separato può dare e ricevere il battesimo.

5. 7. Tutti i cattivi, quindi, sono spiritualmente separati dai buoni; se poi se ne separano anche fisicamente con un aperto scisma, diventano peggiori. Ma con la santità del battesimo, come si è detto, non c'entra niente quanto sia più cattivo colui che lo ha, e quanto lo sia colui a cui lo trasmette. Egli però può trasmetterlo da separato, come può averlo da separato; ma come lo ha per la rovina, così lo trasmette per la rovina. Colui al quale viene trasmesso, invece, può riceverlo per la salvezza, se lo riceve non da separato, come accadeva a molti che, senza allontanarsi con lo spirito e il cuore cattolico dall'unità della pace, in punto di morte s'imbattevano in un eretico e da lui ricevevano il battesimo di Cristo, senza accettarne la perversità e che, o morti o guariti, non restavano con quelli presso i quali non erano mai passati col cuore. Se poi anch'egli lo riceve da separato, il danno che subisce è tanto più grande, quanto più santo è ciò che egli non riceve bene; e nel separato esso causa tanto più danno, quanto più avrebbe potuto essergli utile alla salvezza, se fosse stato unito. Ecco perché, se egli, emendatosi della sua perversità e allontanatosi dallo scisma, viene alla pace cattolica, è per lo stesso battesimo che aveva ricevuto, che gli sono rimessi i peccati, grazie al vincolo della carità, per il quale gli erano ritenuti, a causa dello scisma sacrilego. Nell'uomo giusto e nell'ingiusto, infatti, esso è sempre santo, poiché non cresce per la giustizia dell'uno, né diminuisce per l'ingiustizia dell'altro.

Il pensiero dei vescovi nel concilio del 256 sull'opinione di Cipriano.

5. 8. Ma se questa è la realtà, in che offusca questa limpida verità, il fatto che molti vescovi si dissero d'accordo con l'opinione di Cipriano ed espressero le loro, tutte coincidenti con la sua? Esse non fanno meglio rifulgere la carità di quest'uomo verso l'unità di Cristo? Se infatti egli fosse stato il solo a pensarla così, senza alcun sostenitore, si sarebbe creduto che si raffreddasse nei riguardi del crimine dello scisma, proprio perché non trovava alleati nell'errore. Ma che egli, pur con tanti sostenitori, sia rimasto nell'unità con gli altri che erano di parere contrario, significa che conservò il vincolo santissimo dell'universalità cattolica, non per timore della solitudine, ma per amore della pace. Dopodiché potrebbe sembrare superfluo esaminare uno a uno i pareri degli altri vescovi del concilio. Ma poiché i più lenti di mente non credono che noi abbiamo risposto, se di fronte ad un passaggio dei discorso non vi trovano la risposta, data altrove e applicabile anche in questo caso, è meglio che, leggendo molto, si logorino per affinarsi, piuttosto che, comprendendo poco, si lamentino per essere rimproverati.

La dichiarazione fatta da Cipriano.

6. 9. Quindi, innanzitutto citiamo di nuovo, per esaminarla, la consultazione di Cipriano, da cui traspare la sua anima candida e traboccante di grande carità e da cui il concilio stesso è partito. Eccola: Avete ascoltato, colleghi dilettissimi, quanto mi ha scritto il nostro collega vescovo Giubaiano, per consultare la nostra pochezza, sull'illecito ed empio battesimo degli eretici, e quanto io gli ho risposto, per ribadire il concetto espresso molte altre volte, e cioè, che gli eretici che vengono alla Chiesa, bisogna battezzarli e santificarli con il battesimo della Chiesa. Inoltre, vi è stata letta anche un'altra lettera di Giubaiano, nella quale egli, dimostrando sincera e religiosa devozione verso di noi, non solo condivide la nostra opinione, rispondendo alla nostra lettera, ma ringrazia anche delle istruzioni ricevute. Non ci resta che esprimere, su questa questione, le nostre personali opinioni, senza giudicare nessuno o allontanare dal diritto della comunione chi ne avesse di contrarie. Nessuno di noi, infatti, si costituisce vescovo dei vescovi, o usa il terrore dei tiranni per indurre i suoi colleghi all'obbedienza, poiché ogni vescovo possiede, grazie alla sua personale libertà e potestà, una propria opinione; e come non può essere giudicato da un altro vescovo, così neanche può giudicare gli altri. Ma restiamo tutti in attesa del giudizio del Signore nostro Gesù Cristo, che, solo, può preporci a capo del governo della Chiesa e giudicare il nostro agire 14.

I vescovi avevano opinioni diverse ma restarono tutti nell'unità.

7. 10. Abbiamo discusso già abbastanza, almeno credo, nei libri precedenti, non solo sulla lettera che Cipriano ha scritto a Giubaiano, ma anche su quella inviata a Quinto, su quella inviata insieme ad alcuni colleghi ad altri colleghi, e su quella a Pompeo in favore, per quanto abbiamo potuto, dell'universalità del consenso cattolico e del concilio, nella cui unità tutti loro restarono come membra vive. Perciò sembra ormai opportuno esaminare, singolarmente, anche gli altri pareri, con quella libertà che Cipriano non ci ha tolta, dicendo: Senza giudicare nessuno, né allontanare dal diritto della comunione chi fosse di parere contrario. Ora, che egli non ha detto questo per estrarre dal loro intimo i pensieri nascosti dei colleghi, e carpirli con tale assicurazione, ma solo perché amava veramente la pace e l'unità, lo si vede molto facilmente in altri brani simili delle lettere inviate a singoli destinatari, come, per esempio, a Giubaiano: Eccoti in breve, fratello carissimo, la nostra risposta, data secondo la nostra pochezza: noi non ci opponiamo o impediamo che ciascun vescovo si regoli come crede, poiché ciascuno gode piena libertà di scelta 15. E per evitare che qualcuno, in forza di questa libertà, avesse la sua idea ma pensasse di essere cacciato dalla società con gli altri, egli continua dicendo: Per quanto è in noi, non ci mettiamo a litigare, a causa degli eretici, con i nostri colleghi vescovi con i quali conserviamo la divina concordia e la pace del Signore. E poco dopo: Si conservi, quindi, con pazienza e mitezza, la carità dello spirito, l'onore del collegio, il vincolo della fede, la concordia del sacerdozio 16. Così, anche nella lettera a Magno: richiesto se tra il battesimo per immersione e quello per infusione, ci fosse una differenza, risponde: In questa faccenda, la nostra verecondia e modestia non impediscono a nessuno di pensare ciò che crede e di fare ciò che pensa 17. Da questo discorso appare chiaro che queste questioni le trattavano in un periodo in cui, anche quelle non ancora chiarite, si accettavano senza esitazione, ma essendo ancora oscure si cercavano con grande impegno. Noi, dunque, sulla necessità di riconoscere ovunque la semplicità del battesimo, seguendo la consuetudine della Chiesa universale, rafforzata anche dai concili universali; dopo aver attinta anche maggiore fiducia dalle parole di Cipriano, che fin da allora mi concedevano, salvo il diritto della comunione, di avere idee diverse 18; dopo aver preferita e apprezzata l'unità che il beato Cipriano e i suoi colleghi, che fecero il concilio, mantennero con quanti erano di diverso parere; dopo aver respinte e demolite le sediziose calunnie degli eretici e degli scismatici, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo che, per mezzo del suo Apostolo dice: Sopportandovi a vicenda nella carità, cercando di conservare l'unità dello spirito nel vincolo della pace 19, e: Se in qualche cosa pensate diversamente, anche questa il Signore vi rivelerà 20, incominciamo l'esame e la discussione dei pareri dei santi vescovi, salvando con loro il vincolo dell'unità e della pace; e in questa salvaguardia, per quanto il Signore ci concede, li imitiamo.

Gli eretici non hanno una sola fede, una sola speranza e quindi neppure un solo battesimo.

8. 11. Cecilio da Bilta disse: Io so che esiste un unico battesimo, nell'unica Chiesa, e che, fuori della Chiesa, esso non esiste. L'unico battesimo sarà là, dove c'è la vera speranza e la fede sicura. Sta scritto, infatti: " C'è una sola fede, una sola speranza, un solo battesimo " 21. Quindi non si trova presso gli eretici, dove la speranza non esiste e la fede è falsa e dove tutto si fa con finzione: dove esorcizza l'indemoniato e invoca il sacramento colui dalla cui bocca e dalle cui parole esce una cancrena; dove la fede la dà l'infedele, il perdono dei peccati il criminale; dove nel nome di Cristo battezza l'anticristo; dove benedice chi è maledetto da Dio, promette la vita chi è morto; dona la pace chi non è pacifico, invoca Dio il blasfemo, esercita il sacerdozio il profano, erige l'altare il sacrilego. A tutto ciò si aggiunge il peccato, che il pontefice del diavolo osa fare l'Eucarestia. Ed ora dicano, i loro sostenitori, che questi giudizi sugli eretici sono falsi. Ecco quali delitti si costringe la Chiesa ad approvare, e con che gente senza battesimo e senza perdono dei peccati essa è indotta a far comunione! Questo, fratelli, dobbiamo fuggire ed evitare; dobbiamo separarci da questo grande crimine e conservare l'unico battesimo concesso da Dio alla sua unica Chiesa!

Nella Chiesa si battezzano molti che dicono di credere ma non praticano.

8. 12. Rispondo: quanti, nella Chiesa, confessano Dio con le labbra, ma lo negano coi fatti - vedi gli avari, gli invidiosi e quelli che, per colpa dell'odio fraterno, sono considerati, non a mio giudizio ma secondo la testimonianza dell'apostolo Giovanni, omicidi 22 -, non hanno speranza, perché agiscono con una cattiva coscienza; sono perfidi, perché non fanno ciò che hanno promesso a Dio; menzogneri, perché dichiarano il falso; diabolici, perché nel loro cuore fanno spazio al diavolo e ai suoi angeli; i loro discorsi producono putredine, in quanto corrompono i buoni costumi con conversazioni cattive 23; sono infedeli, perché si beffano dei castighi che Dio minaccia ai malvagi; scellerati, perché vivono da empi; anticristi, perché si oppongono a Cristo; maledetti da Dio, perché dappertutto la sacra Scrittura li detesta; morti, perché privi della vita della giustizia; senza pace, perché le loro azioni contrastano con la parola di Dio; bestemmiatori, perché a causa dei loro atti scellerati, il nome cristiano viene screditato; profani, perché sono spiritualmente esclusi dal santuario interiore di Dio; sacrileghi, perché profanano in se stessi il tempio di Dio con una vita cattiva; pontefici del diavolo, perché sono schiavi della frode e dell'avarizia, che è idolatria. Ora, alcuni di questi, anzi moltissimi, si trovano anche nella Chiesa, e l'attestano sia l'apostolo Paolo che il vescovo Cipriano 24. Perché battezzano, allora? Perché alcuni, che rinunciano al mondo a parole e non a fatti 25, anche senza avere cambiato la loro condotta, vengono battezzati, e quando la cambiano non si ribattezzano? Del resto, questa frase indignata: Ecco quali crimini si costringe la Chiesa ad approvare e con che gente senza battesimo e senza perdono dei peccati, essa è indotta a fare comunione, se non fossero stati gli altri vescovi a spingerlo, Cecilio non l'avrebbe mai detta. Il che dimostra che, fin da allora, le idee più vere le avevano quelli che non si allontanarono dalla primitiva consuetudine, che in seguito un concilio universale confermò. E che significa la sua conclusione: Questo, fratelli, dobbiamo fuggire ed evitare, e dobbiamo allontanarci da un crimine tanto grande? Se infatti lo dice perché egli non lo fa e non lo approva, è una cosa; se invece lo dice per condannare ed emarginare i dissenzienti, va contro le parole di Cipriano: Senza giudicare nessuno, né allontanare alcuno dal diritto della comunione, se fosse di parere contrario 26.

Se il battesimo è legato alla Chiesa.

9. 14. Al discorso di Felice da Misgirpa, replichiamo: Se il battesimo unico e vero fosse solo nella Chiesa, certamente non sarebbe in coloro che si separano dall'unità. Ora, in essi c'è, tant'è vero che quelli che ritornano non lo ricevono, e quindi, andandosene, non lo hanno perso. Quanto poi all'affermazione: Ciò che si amministra fuori dalla Chiesa, non ha nessun effetto per la salvezza 27, la condivido, e la ritengo pienamente vera. In effetti un conto è che tra loro il battesimo non c'è, e un conto che non ha nessun effetto per la salvezza. In realtà, a quanti vengono alla pace cattolica, incominciano a giovare i sacramenti, che fuori c'erano, ma non giovavano.

Battezzare gli eretici è svuotare il battesimo di Cristo.

10. 15. A Policarpo di Adrumeto 28 che disse: Quanti approvano il battesimo degli eretici annullano il nostro 29, noi rispondiamo: Se il battesimo che danno gli eretici è degli eretici, quello che nella Chiesa danno gli avari e gli omicidi è di questi peccatori; se il battesimo non è dei secondi, non è neppure dei primi; quindi, presso chiunque sia, è di Cristo.

Bisogna provare non asserire.

11. 17. Novato da Tamugade ha detto ciò che ha fatto; ma non ha portato una prova per dimostrare che doveva farlo. Egli infatti si è appellato alla testimonianza delle Scritture e al decreto dei colleghi 30; ma non ne ha citato un testo da poter esaminare.

Nella Chiesa vi sono peccatori che sono battezzati e che battezzano.

12. 19. Nemesiano da Tubuna 31, invece, di testi delle Scritture ne ha citati molti 32; sennonché egli ha parlato a lungo a favore dell'opinione cattolica, che noi abbiamo preso a illustrare e avvalorare. A meno di credere che non confida nelle falsità, chi ripone la speranza nei beni temporali, come tutti gli avari, i rapinatori e quanti rinunciano al mondo non a fatti, ma a parole 33; e che non di meno nella Chiesa battezzano e si battezzano, e Cipriano ne è testimone. Essi inseguono anche gli uccelli che volano 34, perché non afferrano ciò che desiderano. Ora, ad abbandonare i sentieri della sua vigna e allontanarsi dai sentieri del suo campicello; o addentrarsi in luoghi impervii, aridi e in una terra assetata; o inseguire con le mani luoghi infruttuosi, non è solo l'eretico ma chiunque vive malamente, perché ogni giustizia è fruttuosa e ogni ingiustizia infruttuosa. Coloro che bevono l'acqua altrui da una fontana straniera 35, non sono solo gli eretici, ma tutti quelli che non vivono secondo gli insegnamenti di Dio, ma secondo i principi del diavolo. In effetti, se si riferisse al battesimo, Dio non direbbe: Non bere da una fonte straniera, ma: Non lavarti ad una fonte straniera. In verità le parole del Signore: Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito, non può entrare nel regno di Dio 36, quale sostegno possano dare alla sua tesi, io proprio non lo vedo. Una cosa, infatti, è: Chiunque entrerà nel regno dei cieli, prima rinasce dall'acqua e dallo Spirito, perché se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito, non entrerà nel regno dei cieli, che è ciò che il Signore ha detto ed è vero, e una cosa invece: Chiunque rinasce dall'acqua e dallo Spirito, entrerà nel regno dei cieli. Ciò che è certamente falso. Anche Simon Mago, infatti, era nato dall'acqua e dallo Spirito 37, eppure non entrò nel regno dei cieli. E questo può accadere anche agli eretici. Ora, se dallo Spirito non nasce se non chi si trasforma con una sincera conversione 38, tutti quelli che rinunciano al mondo a parole e non a fatti, certamente non nascono dallo Spirito, ma solo dall'acqua. E questi, come attesta Cipriano, sono anche nella Chiesa. Perciò, delle due, una: o quanti fingono di rinunciare al mondo nascono dallo Spirito, sia pure per la rovina e non per la salvezza, e questo possono farlo anche gli eretici, o, se il testo: Lo Spirito Santo che ammaestra fuggirà i finti 39, significa anche che quanti fingono di rinunciare al mondo non nascono dallo Spirito, che uno può battezzarsi con l'acqua ma non nascere dallo Spirito, e che invano, quindi, Nemesiano dice: Né lo Spirito può operare senza l'acqua, e né l'acqua senza lo Spirito. Per la verità, anche altrove è stato spesso detto che, come possono avere in comune il solo battesimo quanti non hanno una sola Chiesa, così è vero che, nella Chiesa, possono non avere in comune l'unico Spirito i santi per la giustizia o gli immondi per la loro avarizia, eppure possono avere l'unico battesimo. È stato infatti detto: Un solo corpo, che è la Chiesa, uno solo Spirito e un solo battesimo 40. Il resto del suo discorso poi comprova piuttosto la nostra affermazione. Egli infatti ha citato questo testo del Vangelo: Ciò che è nato dalla carne, è carne; e ciò che è nato dallo Spirito è spirito 41; poiché Dio è Spirito, il battezzato è nato da Dio 42; ed ha concluso: Dunque tutto ciò che fanno tutti gli eretici e gli scismatici è carnale, poiché l'Apostolo dice: " Sono note le opere della carne, che sono: le fornicazioni, le impurità ", e le altre opere di cui parla l'Apostolo nel passo dove elenca anche le eresie. Nemesiano ha concluso: Perché tutti quelli che fanno queste cose, non erediteranno il regno di Dio 43. Poi ha continuato dicendo: L 'Apostolo, quindi, condanna, insieme agli altri cattivi, anche i responsabili delle divisioni, cioè gli scismatici e gli eretici. Egli ha fatto bene, elencando le opere della carne tra le quali le eresie, a scoprire e a dire che l'Apostolo le condanna tutte insieme. Interroghi allora san Cipriano e senta da lui quante persone, anche nella Chiesa, vivono secondo le opere malvagie della carne, che l'Apostolo condanna insieme alle eresie, e tuttavia battezzano e si battezzano. Perché dunque dire che solo gli eretici non possono avere il battesimo, che invece hanno i loro compagni di dannazione?

La Scrittura dice di ribattezzare

13. 20. Gennaro da Lambese disse: Con l'autorità delle sante Scritture io decido che tutti gli eretici vadano battezzati e, solo così, ammessi, nella santa Chiesa 44.

Costui non cita dei testi.

13. 21. Gli rispondo: Con l'autorità delle sante Scritture, il concilio cattolico di tutto il mondo ha deciso che il battesimo di Cristo, anche quello presso gli eretici, non deve essere riprovato. Ora, se Gennaro avesse citato testi delle Scritture, gli dimostreremmo o che essi non sono contro di noi o anzi che sono favorevoli a noi, come ha fatto questo che lo segue.

Che succede se battezzano i nemici della Chiesa?

14. 23. Lucio da Castra Galba 45 ha citato il testo del Vangelo in cui il Signore 46 dice: Voi siete il sale della terra, ma se il sale è diventato insipido, ciò che con esso si salerà, non servirà ad altro che ad essere gettato fuori per essere calpestato dagli uomini 47. Come se noi diciamo che le persone gettate fuori siano capaci di fare qualcosa per la loro o per l'altrui salvezza. Ma anche i peccatori che sembrano dentro, non solo sono fuori spiritualmente, ma alla fine saranno separati, anche con il corpo. Tutti i peccatori, per la verità, non sono capaci di niente, ma non per questo il sacramento del battesimo che essi hanno, è inesistente. In effetti, anche in coloro che sono stati gettati fuori, se si ravvedono e ritornano, ritorna la salvezza che si era allontanata, mentre non ritorna il battesimo, che non si era allontanato. Il Signore con il suo mandato: Andate, dunque, e ammaestrate le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo 48, ha permesso di battezzare solo ai buoni, perché ai cattivi non avrebbe detto: A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi, e a chi li riterrete, saranno ritenuti 49. Come mai, dunque, nella Chiesa, battezzano anche i cattivi, che non hanno il potere di rimettere i peccati? Come mai battezzano anche i cattivi non convertiti, che hanno ancora su di sé i loro peccati, come dice Giovanni: Chi odia il proprio fratello, è ancora nelle tenebre 50? Se poi i peccati si rimettono quando i cattivi si uniscono con intima carità ai buoni e ai giusti, mediante i quali si rimettono i peccati nella Chiesa, anche se sono stati battezzati da ministri cattivi, si dica altrettanto di quelli che vengono dal di fuori e si accostano all'organismo del Corpo di Cristo, con il vincolo interiore della pace. Il battesimo di Cristo, tuttavia, va riconosciuto in entrambi e riprovato in nessuno, sia prima della conversione, anche se non giova a niente, e sia dopo la conversione, affinché giovi. Poiché essi, allontanandosi dall'unica Chiesa, -ha detto - sono diventati insipidi e nemici, si faccia come sta scritto: Le case dei nemici della Legge, devono essere purificate 51. E di conseguenza - ha aggiunto - quelli che, battezzati dai nemici, si sono contaminati, prima debbono essere purificati e solamente dopo battezzati. E che i rapaci e gli omicidi non sono forse nemici della Legge che dice: Non ucciderai, non ruberai 52? Dunque, debbono essere purificati. Chi oserà negarlo? Eppure, non solo i battezzati da costoro nella Chiesa, ma anche gli stessi battezzati senza convertirsi, benché abbiano ancora bisogno di purificazione per cambiare, quando si cambiano non si battezzano più. È tanto grande la forza del sacramento del battesimo autentico che, pur riconoscendo ad un uomo battezzato, ma ancora immerso in una vita cattiva, la necessità della purificazione, gli proibiamo di farsi ribattezzare.

L'autorità di Cipriano nella lettera 72.

15. 24. Crescenzio da Cirta 53 dichiarò: Di fronte a questa solenne assemblea di santissimi colleghi sacerdoti, dopo aver ascoltate le lettere del nostro carissimo Cipriano a Giubaiano e a Stefano 54, contenenti molte citazioni santissime delle Scritture date da Dio, e che noi tutti, riuniti per grazia di Dio, dobbiamo giustamente condividere, ritengo che tutti gli eretici o scismatici che vogliono venire alla Chiesa cattolica, non vi debbano entrare se non sono stati esorcizzati e battezzati; tranne quelli, naturalmente, che sono stati prima battezzati nella Chiesa cattolica. Questi, tuttavia, siano riconciliati alla Chiesa con la penitenza, mediante l'imposizione delle mani 55.

Agostino: ma su questa questione non dice niente.

15. 25. Questo intervento ci invita ancora a domandarci perché costui ha detto: " Tranne quelli, naturalmente, che sono stati precedentemente battezzati nella Chiesa cattolica. Forse perché non avevano perso ciò che in essa avevano ricevuto? Ma allora, ciò che fuori potevano avere, perché non potevano anche trasmetterlo? Oppure è illecito trasmetterlo fuori? Ma, a dire il vero, fuori non è neppure lecito averlo, eppure lo si ha; come pure, fuori non è lecito darlo, eppure lo si dà. Ora, ciò che si dona a chi ritorna, e che aveva ricevuto il battesimo dentro, questo lo si dona a chi viene e che lo aveva ricevuto fuori e cioè possedere lecitamente dentro ciò che possedeva illecitamente fuori. Ma forse si dirà che cosa, su questo argomento, contiene la lettera del beato Cipriano a Stefano, di cui si è fatta menzione in questo intervento, visto che non è stata ricordata all'inizio del concilio ma penso che non lo si è ritenuto necessario. In verità, Crescenzio ha detto che essa è stata letta nell'assemblea dei sacerdoti. Ora io credo, e non ne dubito assolutamente, che questo sia stato fatto come suole farsi, affinché i vescovi già riuniti possano conoscere qualcosa anche della causa contenuta nella lettera. In realtà, essa non c'entra niente con la presente questione e mi meraviglio più del fatto che Crescenzio abbia voluto menzionarla ora, che del fatto che non ne abbia parlato all'inizio del concilio. Se poi qualcuno pensa che io non ho voluto citarne qualche brano necessario alla presente causa, la legga e saprà che dico la verità; ma se vi trova una cosa diversa, mi rimproveri. In realtà, questa lettera sulla questione del battesimo dato presso gli eretici o gli scismatici e di cui noi stiamo trattando, non contiene proprio niente.

Dove non c'è remissione dei peccati non c'è battesimo.

16. 26. Nicomede da Segermi disse: Il mio parere è questo: gli eretici che vengono alla Chiesa, siano battezzati; fuori, infatti, presso i peccatori, essi non ottengono la remissione dei peccati.

Nella Chiesa i peccatori non rimettono i peccati.

16. 27. Gli si risponde: Il parere di tutta la Chiesa cattolica è questo: gli eretici, anche se già sono stati battezzati nell'eresia con il battesimo di Cristo, venendo alla Chiesa, non si battezzino. Se infatti è vero che presso i peccatori non esiste remissione dei peccati, è anche vero che neppure nella Chiesa i peccatori rimettono i peccati; e tuttavia quanti sono stati battezzati da loro, non si ribattezzano.

Se i separati hanno la Trinità.

17. 28. Monnulo da Girba 56 dichiarò: La verità della Chiesa cattolica, nostra madre, fratelli, è rimasta e rimane sempre con noi, soprattutto nella formula trinitaria del battesimo, poiché il nostro Signore dice: Andate, e battezzate le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo 57. Ora, poiché noi sappiamo chiaramente che gli eretici non hanno né il Padre, né il Figlio e né lo Spirito Santo, venendo alla Chiesa, nostra madre, debbono veramente rinascere e farsi battezzare, perché la loro cancrena, l'ira della dannazione e il sudiciume dell'errore siano purificati con il lavacro santo e celeste.

Hanno la Trinità nei sacramenti.

17. 29. Gli rispondiamo: Il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, ma solo nel sacramento, lo hanno coloro che ricevono il battesimo consacrato dalle parole del Vangelo; nel cuore e nella vita, invece, non lo hanno neppure quelli che conducono, nella Chiesa, una vita di perdizione e di condanna.

Gli anticristi non possono dare la grazia del battesimo.

18. 30. Secondino da Ceza 58 dichiarò: Visto che nostro Signore, il Cristo, dice: " Chi non è con me, è contro di me " 59, e che l'apostolo Giovanni chiama anticristi coloro che escono dalla Chiesa, senza dubbio i nemici di Cristo e quelli che sono chiamati anticristi 60, non possono amministrare la grazia salutare del battesimo. Per questo io credo che quanti fuggono dagli agguati degli eretici e si rifugiano nella Chiesa, vadano battezzati da noi che siamo stati chiamati amici di Dio, per sua degnazione 61.

Vi sono altri nemici che battezzano.

18. 31. Gli rispondo che sono nemici di Cristo, tutti quelli che dicono: Signore, nel tuo nome abbiamo operato molti prodigi... 62 e via dicendo, ai quali alla fine dirà: Non vi conosco; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità 63. Tutta questa paglia, se persevera sino alla fine nella malizia, sia quella che vola fuori prima della vagliatura che quella che sembra dentro, è destinata al fuoco. Se dunque gli eretici che vengono alla Chiesa vanno battezzati per ricevere il battesimo dagli amici di Dio, sono forse amici di Dio gli avari, i rapaci e gli omicidi? O quelli che essi hanno battezzato, dobbiamo ribattezzarli?

L'eretico dà la morte.

19. 32. Felice da Bagai 64 disse: Come un cieco, se conduce un altro cieco, cadono entrambi nella fossa 65, così un eretico, se battezza un altro eretico, cadono entrambi nella morte.

È vero, ma non si deve ribattezzare.

19. 33. È vero, ma non per questo è vera la conclusione: Perciò l'eretico va battezzato e vivificato, per evitare che noi, vivi, comunichiamo con i morti. Ma non erano morti quelli che dicevano: Mangiamo e beviamo, domani moriamo 66? Essi infatti non credevano la resurrezione dei morti. Dunque, quanti si facevano corrompere dalle loro cattive compagnie e li seguivano, non cadevano ugualmente nella fossa con loro? Eppure tra essi c'erano quelli ai quali l'Apostolo scriveva e che erano già battezzati; non per questo, tuttavia, una volta convertitisi, si dovevano ribattezzare. Non dice forse l'Apostolo: La sapienza della carne è morte 67? E avevano certamente la sapienza della carne gli avari, i frodatori, i rapaci, tra i quali Cipriano piangeva 68. Che danno gli arrecavano, mentre viveva nell'unità, questi morti? E chi oserà dire che il battesimo di Cristo, che costoro avevano o davano, era violato dalle loro iniquità?

Ribattezzare è giusto.

20. 34. Polliano da Mileo disse: È giusto che l'eretico sia battezzato nella santa Chiesa 69.

Non esorcizzare il battesimo.

20. 35. Non poteva essere più breve; ma credo che anche la risposta è breve: È giusto che il battesimo di Cristo non sia esorcizzato nella Chiesa di Cristo.

L'unico battesimo è nella Chiesa.

21. 36. Teogene da Ippona Reale disse 70: Secondo il sacramento divino della grazia celeste, che abbiamo ricevuto, noi crediamo un solo battesimo: si trova nella Chiesa santa.

Perché allora l'acqua del Paradiso scorreva anche fuori?

21. 37. Potrebbe essere anche la mia opinione. È così pesata, infatti, che non ha niente di contrario alla verità. Anche noi, in effetti, crediamo un solo battesimo: si trova nella santa Chiesa. Se invece avesse detto: Crediamo il battesimo che si trova solo nella santa Chiesa, bisognava rispondergli come agli altri. Ma poiché ha detto: Crediamo un solo battesimo, quello che sta nella santa Chiesa, perché si dicesse che esso è certamente nella santa Chiesa, ma non si negasse che è anche altrove, qual che sia stato il suo pensiero, contro queste parole non si discute. Se infatti mi chiedessero, punto per punto, se c'è un solo battesimo, risponderei di sì. Inoltre, se mi si interrogasse, se esso è nella santa Chiesa, risponderei di sì. Terzo: se si chiedesse, se io credo questo battesimo, risponderei: sì, lo credo; e perciò risponderei che io credo il solo battesimo, quello che si trova nella Chiesa. Se invece mi si chiedesse, se esso sta solo nella santa Chiesa e non tra gli eretici o gli scismatici, con tutta la Chiesa risponderei che non lo credo. Ma poiché Teogene, nel suo intervento, non ha posto queste domande, penso che sarei scorretto a inserire nel testo, per controbatterle, affermazioni che non vi ho trovate. Se egli, infatti, avesse detto: Una sola è l'acqua del fiume Eufrate, quella nel paradiso 71, certamente avrebbe detto la verità. Ma se gli si chiedesse: quest'acqua è solo nel paradiso?, ed egli rispondesse di sì, direbbe il falso. Essa infatti è anche fuori del paradiso: nelle regioni dove si diffonde da quella sorgente. Ma chi è così temerario da dire che egli ha dato una risposta falsa, mentre poteva darne, forse, una vera? Perciò le parole del suo intervento non vanno contraddette, perché non ostacolano la verità.

Noi non siamo in comunione con l'eretico.

22. 38. Dativo da Vadi 72 disse: Per quanto possiamo, noi non comunichiamo con un eretico, che non sia stato battezzato nella Chiesa e abbia ottenuto la remissione dei peccati.

Battezzare un eretico non è fare comunione con lui.

22. 39. Si risponde: Tu vuoi che egli venga battezzato, solo perché non ha ottenuto la remissione dei peccati. Ma se tu incontri nella Chiesa uno che, pur nutrendo odio verso il fratello, venne battezzato, poiché non può mentire il Signore che dice: Se non perdonerete, non vi sarà perdonato 73, ordinerai a questo convertito di farsi ribattezzare? Senz'altro no. Quindi, neppure l'eretico. Certo, il motivo per cui Dativo non si è limitato a dire: Noi con l'eretico non comunichiamo, ma ha aggiunto: per quanto possiamo, non va lasciato cadere. Egli infatti ha notato che molti non condividevano la sua opinione; tuttavia non potendo separarsi dalla loro compagnia, per non rompere l'unità, ha aggiunto: Per quanto possiamo, dimostrando, certamente, che egli non comunicava con piacere con quelli che considerava senza battesimo, ma che tuttavia bisognava sopportare tutto per il bene della pace e dell'unità. Questo lo facevano anche quelli secondo i quali costoro non agivano con rettitudine, e seguivano la dottrina che in seguito la verità, meglio chiarita, insegnò e una consuetudine tanto antica, confermata da un successivo concilio, dimostrò con più forza, e tuttavia, pur avendo un'opinione contraria nel rispetto della carità, si sopportarono a vicenda con premurosa pietà, sforzandosi di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace 74, finché a quanti di essi pensavano diversamente, Dio lo rivelasse. Ascoltino questo, i Donatisti, che combattono l'unità, servendosi di questo concilio che dichiara quanto si deve amare l'unità!

Gli eretici non hanno lo Spirito Santo e quindi neppure il battesimo.

23. 40. Successo da Abbir Germaniciana 75 disse: Agli eretici, o non è permesso niente o è permesso tutto. Se possono battezzare, possono anche dare lo Spirito Santo; se poi lo Spirito Santo non possono darlo, perché non hanno lo Spirito Santo, non possono neppure battezzare nello Spirito. Per questo riteniamo che gli eretici vadano battezzati.

Dunque neppure gli altri peccatori.

23. 41. Gli si può rispondere quasi con le stesse parole: Agli omicidi, o non è permesso nulla o è permesso tutto. Se essi possono battezzare, possono anche dare lo Spirito Santo; se poi non possono dare lo Spirito Santo, perché non hanno lo Spirito Santo, non possono neppure battezzare nello Spirito. Perciò riteniamo che quanti vengono battezzati dagli omicidi o gli omicidi battezzati, ma non convertiti, quando si correggono, siano da battezzare. Ma questo non è vero: chi infatti odia il proprio fratello è omicida 76; e di omicidi Cipriano ne conosceva molti nella Chiesa, che certamente battezzavano. Sono dunque discorsi inutili, questi, sul battesimo degli eretici.

Quelli che sono fuori della Chiesa non possono battezzare.

24. 42. Fortunato da Tuccabori disse 77: Gesù Cristo, Signore e Dio nostro, Figlio di Dio Padre 78 e Creatore, ha edificato la Chiesa su Pietro 78, non sull'eresia, e ha dato il potere di battezzare ai vescovi, non agli eretici. Perciò, quanti sono fuori della Chiesa e, mettendosi contro Cristo disperdono le pecore del suo gregge, non possono battezzare fuori 79.

Dunque neppure gli altri peccatori.

24. 43. Egli ha aggiunto: fuori; sicché la risposta non può essere breve. Rispondo anche a lui quasi con le stesse parole: Gesù Cristo, Signore e Dio nostro, Figlio di Dio Padre e Creatore, ha fondato la Chiesa su Pietro, non sulla iniquità; e ha dato ai vescovi, non ai malvagi, il potere di battezzare. Perciò, quanti non appartengono alla pietra, sulla quale edificano quelli che ascoltano le parole di Dio e le mettono in pratica, ma, vivendo contro Cristo, ascoltando le sue parole senza metterle in pratica, e quindi costruendo sulla sabbia, corrompono le pecore del suo gregge con l'esempio dei loro costumi depravati, non possono battezzare 80. Non potrebbe essere un discorso verosimile? Eppure è falso. Certo, battezzano anche gli iniqui, poiché erano iniqui i rapaci che stavano con Cipriano nell'unità, e che egli sopportava 81. Perciò - egli disse - Fortunato ha aggiunto: fuori, Ma perché costoro, fuori, non possono battezzare? Oppure sono più cattivi perché sono fuori? Ma non c'entra niente con l'integrità del battesimo, quanto sia più cattivo chi lo trasmette. Infatti, non conta tanto la differenza tra il ministro cattivo e quello più cattivo, quanto tra quello cattivo e quello buono; eppure quando battezza uno cattivo, non dà niente di diverso da uno buono. Dunque anche quando battezza un ministro più cattivo, non dà niente di diverso da uno meno cattivo. Ma allora non sarà che non appartiene al merito dell'uomo ma al sacramento del battesimo, se esso non può essere dato fuori? Se fosse così, non lo si potrebbe avere neppure fuori, e uno si dovrebbe far battezzare tutte le volte che si separa dalla Chiesa e vi ritorna.

Spiegazione della risposta.

24. 44. Del resto, se approfondiamo il significato dell'avverbio fuori, soprattutto perché Fortunato ha menzionato Pietro, sul quale è edificata la Chiesa 82, non sono forse nella Chiesa, quanti sono sulla pietra, mentre quanti non sono sulla pietra, non sono neanche nella Chiesa? Allora vediamo se è sulla pietra che fondano il loro edificio quelli che ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica. Il Signore stesso li contraddice, dicendo: Chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile ad un uomo saggio che costruisce la sua casa sulla pietra. E poco dopo: Chi ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile ad un uomo stolto che costruisce la sua casa sulla sabbia 83. Se dunque la Chiesa sta sulla pietra, quanti stanno sulla sabbia, poiché sono fuori dalla pietra, sono sicuramente fuori della Chiesa. Ricordiamoci quindi quanti sono quelli che menziona Cipriano, che sembrano dentro ed edificano sulla sabbia, cioè ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica 84, e quindi, poiché stanno sulla sabbia, vengono convinti di stare fuori della pietra, cioè fuori della Chiesa!. Tuttavia, finché restano così e non ancora si sono cambiati o non si cambiano mai in meglio, battezzano e sono battezzati; e il battesimo che hanno resta in loro integro, mentre essi sono destinati alla dannazione.

Una spiegazione più ampia.

24. 45. Né qui si può dire: " Chi può mettere in pratica tutte le parole del Signore che troviamo in quel discorso evangelico, in cui il Signore conclude dicendo che costruiscono sulla pietra quelli che ascoltano e mettono in pratica le sue parole, mentre costruiscono sulla sabbia quelli che non le ascoltano e non le mettono in pratica? ". Infatti, anche se alcuni non le adempiono tutte, in questo stesso discorso, tuttavia, egli ha indicato un rimedio, dicendo: Perdonate e vi sarà perdonato 85. E dopo la preghiera del Signore, menzionata e consegnata in questo stesso discorso, ha detto: Vi dico, infatti: Se perdonerete i peccati agli uomini, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi i vostri peccati; se invece non li perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà a voi 86. Per cui Pietro dice: La carità copre la moltitudine dei peccati 87. Carità che certamente non avevano, e quindi edificavano sulla sabbia, quanti, al dire di Cipriano, pur stando nella Chiesa, vivevano senza carità e nella malevola invidia, anche all'epoca degli Apostoli 88. E quindi, sembravano, sì, dentro, ma erano fuori, perché non stavano sulla pietra che simboleggia la Chiesa.

La preghiera dell'eretico non santifica l'acqua.

25. 46. Sedato da Tuburbo disse 89: In tanto l'acqua santificata nella Chiesa dall'invocazione del sacerdote, lava i peccati, in quanto quella resa infetta dalla parola degli eretici, li accumula come una cancrena. Perciò bisogna far leva su tutte le forze di pace, per evitare che qualcuno, contaminato e impregnato dall'eresia, rifiuti di ricevere l'unico e vero battesimo della Chiesa; chi non lo riceve, infatti, diverrà estraneo al regno dei cieli.

Ogni invocazione, anche imperfetta, purifica l'acqua.

25. 47. Gli si risponde che, se l'acqua non si santifica quando l'intercessore, per ignoranza, pronuncia parole sbagliate, nella stessa Chiesa, molti fratelli, non solo cattivi, ma anche buoni, non santificano l'acqua. Le preghiere di molti, infatti, sono corrette ogni giorno, se le recitano i fedeli più dotti e vi trovano molte espressioni contrarie alla fede cattolica. Che forse se risultasse che alcuni sono stati battezzati con l'acqua sulla quale sono state fatte queste invocazioni, li obbligheremo a ribattezzarsi? Perché questo? Perché spesso il sentimento di chi invoca prevale sul vizio della formula, e perché le precise parole del Vangelo, senza le quali non si può consacrare il battesimo, hanno una efficacia così grande da annullare tutte le espressioni contro la Regula fidei, contenute in una preghiera; così come, con il nome di Cristo, si scaccia il demonio 90. In effetti, se un eretico pronuncia una formula difettosa, non possiede il buon sentimento della carità, per poter vincere l'ignoranza. Ecco perché assomigliano a lui, nella Cattolica, gli invidiosi e i malevoli, come quelli che Cipriano rimproverò 91, che pronunciano, come suol farsi, qualche preghiera contenente espressioni contro la regula fidei. Molti, in verità, si buttano su certe preghiere, composte non solo da ciarlatani incompetenti, ma anche da eretici e, incapaci di distinguere, per la loro ingenuità ed ignoranza, le usano, ritenendole buone; tuttavia, ciò che in esse c'è di erroneo non vanifica le espressioni esatte, ma ne è, piuttosto, vanificato. È come in un uomo di buona speranza e di fede provata, ma pur sempre uomo: se ha un'idea sbagliata, questa non vanifica le idee giuste, finché Dio non gli rivela anche quella sbagliata 92. Ma se egli è cattivo e perverso, se pronuncia una formula integra e assolutamente non contraria alla fede cattolica, non per questo egli è giusto perché la formula è giusta. Se poi, su delle persone, egli pronuncia una formula sbagliata, Dio è presente con le parole del Vangelo, senza di che il battesimo di Cristo non può essere consacrato. È lui che santifica il suo sacramento, di modo che all'uomo, prima, durante e dopo il battesimo, e quando si convertirà, gli valga per la salvezza ciò che gli varrebbe per la rovina, se non si convertisse. Del resto, chi ignora che non esiste il battesimo di Cristo senza le parole evangeliche che formano il Simbolo? Ma è più facile trovare eretici che non battezzano affatto, che eretici che battezzano senza quelle parole. Ecco perché noi diciamo che non ogni battesimo - si dice, infatti, che in molti riti sacrileghi in onore degli idoli si battezza -, ma che solo il battesimo di Cristo, cioè consacrato dalle parole del Vangelo, è dappertutto lo stesso, e che non è violato da qualsivoglia perversità degli uomini.

Il giudizio di Salomone.

25. 48. Certo, anche nel discorso di Sedato, non bisogna trascurare con negligenza, questa frase: Perciò dobbiamo far leva su tutte le forze amanti della pace perché nessuno, infettato dall'errore degli eretici 93, eccetera. Egli infatti ha tenuto presente le parole del beato Cipriano: Senza giudicare nessuno né allontanare dal diritto della comunione chi fosse di parere diverso 94. Ecco quanto conta, nei buoni figli della Chiesa, l'amore dell'unità e della pace! Quelli che essi ritenevano sacrileghi e profani, ed ammessi, come essi credevano, senza battesimo, se non potevano correggerli nella misura che pensavano, preferivano sopportarli piuttosto che rompere, a causa loro, il vincolo santo, per non sradicare, per via della zizzania, anche il grano 95. essi permettevano, per quanto era in loro, che, come nel famosissimo giudizio di Salomone, il corpo di un bambino fosse nutrito da una madre falsa, anziché tagliato in due 96. Ora, questo lo facevano, sia quelli che, sul sacramento del battesimo pensavano più giustamente, e sia quelli ai quali Dio, in premio di tanta carità, avrebbe rivelato la loro idea errata 97.

L'eresia non viene da Dio...

26. 49. Privaziano da Sufetola disse: Chi dice che gli eretici hanno il potere di battezzare, dica, innanzitutto, chi ha dato vita all'eresia. Se infatti l'eresia è da Dio, può ottenere la benevolenza divina; ma se non è da Dio, come può avere e conferire la grazia di Dio ad un altro? 98

...ma neppure gli altri peccati.

26. 50. Gli rispondo con altrettante parole, così: Chi dice che i malevoli e gli invidiosi hanno il potere di battezzare, dica, innanzitutto, chi ha fatto la malevolenza e l'invidia. Se infatti la malevolenza e l'invidia sono da Dio, esse possono anche ottenere la benevolenza divina; ma se non vengono da Dio, come possono avere e conferire la grazia di Dio agli altri? Ora, come queste parole, dette così, sono chiaramente false, così lo sono anche quelle di Privaziano, dette per convincere. I malevoli e gli invidiosi, infatti, battezzano; e lo ammette anche Cipriano 99, il quale attesta che essi sono anche nella Chiesa. Di conseguenza, anche gli eretici possono battezzare, poiché il battesimo è un sacramento di Cristo, l'invidia e l'eresia, invece, sono opera del diavolo. E chiunque le abbia, non per questo può far sì che il sacramento di Cristo, se egli lo ha, sia annoverato anch'esso tra le opere del diavolo.

Difficoltà insidiosa.

27. 51. Privato da Sufi disse: Quanti approvano il battesimo degli eretici, che altro fanno, se non comunicare con gli eretici? 100

Non si approva il battesimo degli eretici ma di Cristo.

27. 52. Gli si risponde: Non è degli eretici il battesimo che approviamo negli eretici, così, come non è degli avari, degli insidiosi, dei frodatori, dei ladroni, degli invidiosi, quello che noi approviamo in essi. Tutti costoro, per la verità, sono degli iniqui, ma Cristo è giusto; e il suo sacramento, per se stesso, non è corrotto dalla loro iniquità. Altrimenti si potrebbe dire: Quanti approvano il battesimo degli iniqui, che altro fanno, se non comunicare con gli iniqui? Se questo si obiettasse alla Chiesa cattolica, si risponderebbe come a Privato.

Solo nella Chiesa c'è il battesimo unico.

28. 53. Ortensiano da Lari disse 101: Vedano i presuntuosi e i sostenitori degli eretici: noi rivendichiamo alla Chiesa l'unico battesimo e sappiamo che esso si trova solo nella Chiesa. Ora, come possono battezzare nel nome di Cristo, quelli che Cristo considera suoi nemici 102?

Perché gli altri peccatori battezzano nel nome di Cristo?

28. 54. Gli rispondiamo con le stesse parole: Vedano i presuntuosi e i sostenitori degli iniqui: noi riconduciamo alla Chiesa quando possiamo l'unico battesimo, ovunque lo troviamo; e sappiamo che non appartiene che alla Chiesa. Ora, come possono battezzare nel nome di Cristo quelli che Cristo stesso considera suoi nemici? A tutti gli iniqui, infatti, egli dice: Non vi conosco; allontanatevi da me, operatori di iniquità 103. Eppure, quando essi battezzano, non battezzano essi, ma colui di cui Giovanni dice: È lui che battezza 104.

Non possono esserci due battesimi: darlo agli eretici è privarsene.

29. 55. Cassio da Macomadi disse 105: Poiché non possono esservi due battesimi, chi lo concede agli eretici, se ne priva. Ritengo quindi che gli eretici, tristi e corrotti, vadano battezzati, quando vengono alla Chiesa, perché, purificati dal lavacro santo e divino, illuminati dalla luce della vita, vi siano ricevuti, non come nemici, ma come uomini di pace, non come stranieri, ma familiari nella fede del Signore 106, non come adulteri, ma figli di Dio, non come artefici di errore, ma di salvezza; tranne i fedeli che, sbalzati fuori dalla Chiesa, erano passati alle tenebre dell'eresia: questi vanno reinseriti mediante l'imposizione della mano.

Questo dovrebbe essere valido anche per tutti i peccatori.

29. 56. Un altro potrebbe dire: Poiché non possono esservi due battesimi, chi lo concede agli iniqui, se ne priva. Ma anche i Donatisti respingerebbero con noi questa tesi, dicendo: Agli iniqui noi riconosciamo il battesimo; esso è in loro, ma non viene da loro, come l'iniquità, bensì da Cristo, a cui appartiene la giustizia e il cui sacramento, anche se lo hanno gli ingiusti, non è ingiusto. Dunque, ciò che essi dicevano, insieme a noi, degli iniqui, lo dicano a se stessi degli eretici. Ecco perché la frase successiva doveva essere formulata piuttosto così: Io quindi credo che gli eretici tristi e corrotti, venendo alla Chiesa, non vadano battezzati, se già hanno il battesimo di Cristo, ma emendati della loro perversità. In effetti, anche degli iniqui, di cui gli eretici sono una porzione, si può dire: A mio avviso gli iniqui tristi e corrotti, se già sono battezzati, non bisogna battezzarli, quando vengono alla Chiesa, cioè, alla pietra, fuori della quale vivono tutti coloro che ascoltano le parole di Cristo 107 e non le mettono in pratica, ma, essendo già stati lavati col santo e divino lavacro, e ora anche illuminati dalla luce della vita, vadano accolti, non come nemici, ma come pacifici, perché gli ingiusti non hanno la pace; non come stranieri, ma familiari nella fede del Signore, perché agli ingiusti è stato detto: Come si è cambiata in amarezza la vite straniera? 108, non come adulteri, ma figli di Dio: perché gli ingiusti sono figli del diavolo; non come artefici dell'errore, ma della salvezza: perché l'ingiustizia non salva, nella Chiesa, cioè, nella pietra, nella colomba 109, nel giardino chiuso e nella sorgente sigillata 110: quella Chiesa che è riconosciuta solo nel grano e non nella paglia, sia quella che viene portata lontano dal vento, e sia quella che sembra frammista al grano fino alla vagliatura finale 111. È superflua, quindi, l'aggiunta di Cassio: Tranne i fedeli che, sbalzati fuori nella Chiesa, sono passati alle tenebre dell'eresia. In effetti, quand'anche essi, allontanandosi dalla Chiesa, avessero perso il battesimo, lo si restituisca anche ad essi; ma se non l'avevano perso, si riconosca ciò che per mezzo loro è stato dato.

I vescovi devono vigilare perché gli eretici non battezzino.

30. 57. Un altro Gennaro, da Vico Cesare, disse: Se l'errore non si concilia con la verità, a più forte ragione la verità non si accorda con l'errore. Per questo noi aiutiamo la Chiesa, in cui siamo presuli, perché rivendichiamo solo per essa il suo battesimo, battezzando quanti la Chiesa non ha battezzati 112.

È la Pietra che battezza.

30. 58. Rispondo: Quelli che la Chiesa battezza, li battezza certamente la pietra, fuori della quale stanno tutti quelli che ascoltano le parole di Cristo e non le mettono in pratica 113. Si battezzino, quindi, quanti sono stati battezzati da costoro. Ma se questo non si fa, allora, una volta condannata e corretta la loro perversità e iniquità, bisogna approvare e riconoscere negli eretici, come in costoro, il battesimo di Cristo.

Gli eretici non sono cristiani, dunque...

31. 59. Un altro Secondino, da Carpi, disse 114: Gli eretici sono o no cristiani? Se sono cristiani, perché non stanno nella Chiesa di Dio? Se invece non sono cristiani, lo diventino. Diversamente, a chi si applicherebbe il detto del Signore: " Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde " 115? Da esso risulta che sui figli altrui e sui discendenti dell'anticristo, non può discendere lo Spirito Santo, solo per l'imposizione della mano, essendo evidente che gli eretici non hanno il battesimo.

...gli iniqui sono cristiani? Perché allora battezzano?

31. 60. Gli si risponde: Gli ingiusti sono cristiani o no? Se sono cristiani, perché non stanno sulla pietra, su cui è edificata la Chiesa 116? - ascoltano infatti le parole di Cristo, ma non le mettono in pratica -: se invece non sono cristiani, lo diventino. In caso contrario, a chi si riferirebbe il detto del Signore: Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde 117? Disperdono infatti le sue pecore, quelli che le conducono alla corruzione dei loro costumi, proponendo la loro malvagia imitazione. Dal che risulta che sopra i figli di altri, come si chiamano tutti gli iniqui, e sopra i discendenti dell'anticristo, che sono tutti i nemici di Cristo, non può discendere lo Spirito Santo unicamente mediante l'imposizione della mano, se non c'è una sincera conversione del cuore essendo evidente che gli iniqui, finché restano tali, possono, sì, avere il battesimo, ma non possono avere la salvezza, di cui il battesimo è sacramento. Vediamo, perciò, se sono gli eretici quelli descritti in quel Salmo, in cui si parla in questi termini dei figli stranieri. Ecco: Signore, liberami dalla mano dei figli altrui: la loro bocca ha pronunciato la menzogna e la loro destra è destra di iniquità; i loro figli sono come virgulti robusti e le loro figlie sono ornate come la facciata di un tempio; le loro dispense sono ricolme, traboccano dall'una all'altra; le loro pecore sono feconde, si moltiplicano nelle loro uscite; i loro buoi sono grassi. Nei loro muri non c'è né una frana, né un'apertura; e né schiamazzo nelle loro piazze. Beato il popolo, dissero, che ha questi beni; beato il popolo, il cui Signore è Dio 118. Se dunque sono figli di altri quelli che ripongono la loro beatitudine nei beni temporali e nell'abbondanza della felicità terrena, e disprezzano i comandamenti di Dio, vediamo se non sono come quelli di cui parla Cipriano, vedendoli in se stesso, per mostrare che parla di coloro con i quali partecipava ai sacramenti: " Mentre noi non seguiamo la via del Signore -ha detto - né osserviamo i comandamenti del cielo, datici per la salvezza. Nostro Signore ha fatto la volontà del Padre, noi invece non facciamo la volontà del Signore, dato che amiamo il patrimonio e il guadagno, seguiamo la superbia, eccetera " 119. Ora, se questi potevano avere e trasmettere il battesimo, perché negare che possano averlo i figli degli altri? Questi figli, tuttavia, egli li esorta perché, osservando i comandi celesti, mandati ad essi per mezzo del suo unico Figlio, meritino di essere fratelli di Cristo e figli di Dio.

Perché incolpare gli eretici?

32. 61. Vittorico da Trabaca dichiarò 120: Se agli eretici è permesso battezzare e dare la remissione dei peccati, perché li disonoriamo chiamandoli eretici?

Ma perché condannare gli iniqui?

32. 62. Che succederebbe, se un altro dicesse: Se agli iniqui è permesso battezzare e dare la remissione dei peccati perché li infamiamo chiamandoli iniqui? La risposta che si darebbe a costui, sugli iniqui, la si dia anche a Vittorico, sugli eretici. Eccola: il battesimo con cui battezzano non è loro; e avere il battesimo di Cristo, non ne consegue, che chi ha il battesimo di Cristo, sia sicuro di avere anche la remissione dei peccati, se questa la possiede solo nel sacramento, senza essersi convertito con una sincera confessione del cuore, affinché, a chi perdona, sia perdonato 121.

Con il battesimo si trasformano gli eretici, dunque...

33. 63. Un altro Felice, da Utina, dichiarò: Nessuno dubita, santissimi colleghi sacerdoti, che ciò che conta, non è tanto la presunzione umana, quanto l'adorabile e venerabile maestà del Signore nostro Gesù Cristo. Memori perciò di questo danno, noi tutti non solo dobbiamo osservare questo, ma anche sostenere che tutti gli eretici che accorrono nel seno della santa Madre Chiesa, siano battezzati, così che, l'anima eretica che il lungo contagio ha insozzata, purificata col lavacro di santificazione, si trasformi e diventi migliore 122.

...varrebbe anche per tutti gli altri iniqui, dunque...

33. 64. Forse costui, che ha posto il motivo per cui gli eretici vanno ribattezzati, nel purificarli dal continuo contagio, avrebbe riguardo per quelli che, caduti nell'eresia, vi sono rimasti per poco tempo e che, prontamente ravvedutisi, sono passati alla Cattolica. Inoltre, anche lui poco si è accorto che tutti gli iniqui, che accorrono alla pietra, figura della Chiesa, sono battezzati, perché l'anima iniqua, che edificava fuori la pietra, ascoltando le parole di Cristo e non mettendole in pratica, purificata dal lavacro di santificazione, potesse trasformarsi e migliorare. Eppure questo non si fa, se già sono sati battezzati, anche se si dimostrasse che erano così quando si fecero battezzare: ossia, che rinunciavano al mondo a parole e non a fatti 123.

...se un morto si può battezzare. Ora gli eretici sono come morti.

34. 65. Quieto da Baruc disse: Noi che viviamo di fede, dobbiamo obbedire, con fiducioso rispetto, alle verità che sono state da tempo predette per istruirci. Sta scritto, infatti, in Salomone: " A chi è battezzato da un morto, che giova questo lavacro? " 124. Qui ci si riferisce, certamente, a quanti si fanno lavare dagli eretici, e agli eretici che li lavano. Se infatti i battezzati presso di loro ottengono la vita eterna mediante la remissione dei peccati, perché vengono alla Chiesa? Se poi da un morto la salvezza non si riceve, e quindi, una volta ammesso il loro precedente errore, fanno penitenza e ritornano alla verità, dovranno santificarsi con l'unico battesimo di vita, che sta nella Chiesa cattolica 125.

Anche altri peccatori sono morti.

34. 66. Che cosa significa il testo: " Essere battezzato da un morto ", senza pregiudicarne uno studio più accurato, lo abbiamo detto altrove 126. Ma ora io chiedo: perché, per morti, si vogliono intendere solo gli eretici, visto che l'apostolo Paolo, parlando del peccato in genere, ha detto: Il salario del peccato è la morte 127, e ancora: La sapienza della carne è morte 128? E poiché egli dice che una vedova che vive nei piaceri è morta 129, come mai non sono morti coloro che rinunciano al mondo a parole e non a fatti 130? Che giova, dunque, questo lavacro a chi viene battezzato da costoro, se non per avere anch'egli, se è un morto, un lavacro, che però non gli giova niente alla salvezza? Se invece il battezzatore è morto, mentre il battezzato si converte a Dio non con il cuore falso, questi non è battezzato da un morto, ma da quel vivo, di cui sta scritto: Egli è colui che battezza 131, chiunque sia colui che, con il gesto visibile, battezza. Quanto a ciò che egli dice sugli eretici: Se i battezzati presso di loro ottengono la vita eterna mediante la remissione dei peccati, perché vengono alla Chiesa? Rispondo: Vengono perché, pur avendo ricevuto il battesimo di Cristo fino alla celebrazione del sacramento, non ottengono la vita eterna se non per mezzo della carità dell'unità; come i malevoli e gli invidiosi, ai quali i peccati non sarebbero stati rimessi neppure se non avessero conservato l'odio contro quelli che li oltraggiavano, poiché la Verità dice: Se non perdonerete, neppure il Padre vostro perdonerà a voi 132. Quanto più essi, visto che odiavano quelli ai quali restituivano male per bene 133! Tuttavia, costoro, che rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti, se in seguito si correggono, non vengono ribattezzati, ma santificati con l'unico battesimo di vita. Che è, certamente, nella Cattolica, ma non solo in essa; come non è solo nei santi che sono edificati sulla pietra 134 e dei quali è formata l'unica colomba 135.

Non bisogna disprezzare la verità per una consuetudine.

35. 67. Casto da Sicca disse: Chi, disprezzata la verità, crede di seguire la consuetudine, o è invidioso e maligno verso i fratelli, ai quali la verità si rivela, o è ingrato verso Dio, la cui ispirazione ammaestra la sua Chiesa 136.

Ma se la consuetudine sostiene la verità, non c'è niente di meglio.

35. 68. Se Casto, rivolto a quelli che avevano un'opinione contraria e che sostenevano ciò che in seguito tutto il mondo, rassicurato da un concilio cristiano, accolse, li avesse convinti a seguire la consuetudine e a disprezzare la verità, dovremmo aver paura delle sue parole. Ma poiché vediamo che la consuetudine è stata diffusa dalla verità e rafforzata con la verità, il suo intervento non ci causa nessun timore. E tuttavia, se essi erano invidiosi e maligni verso i fratelli o ingrati verso Dio 137, ecco con che gente i vescovi erano in comunione, ecco quali sostenitori dell'opinione contraria non si allontanavano dal diritto della comunione, come aveva già detto Cipriano; ecco il tipo di persone che non li contaminavano, mentre essi custodivano l'unità; ecco quanto si deve amare il vincolo dell'unità; ecco che cosa debbono considerare coloro che ci accusano sul concilio dei vescovi, nostri predecessori, la cui carità non imitano e il cui esempio, ben studiato, giustamente li condanna. Se, come testimonia questo intervento, c'era la consuetudine di accogliere, con il battesimo che già avevano, gli eretici che venivano alla Chiesa, o era giusto farlo o, nell'unità, i cattivi non contaminano i buoni. Se era giusto farlo, perché essi accusano il mondo di riceverli così? Se invece nell'unità, i cattivi non contaminano i buoni, come si scusano dal crimine di scisma sacrilego?

La nostra regola di fede è la dottrina trinitaria.

36. 69. Eucrazio da Tenis disse 138: La nostra fede, la grazia del battesimo, e la regola della disciplina ecclesiastica, il Signore e Dio nostro Gesù Cristo le ha completate ammaestrando gli Apostoli con le sue labbra, dicendo: " Andate, ammaestrate le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo " 139. Dobbiamo dunque respingere, come falso e iniquo, il battesimo degli eretici, e contestarlo con ogni argomento; dalla loro bocca, infatti, sprizza il veleno, non la vita; non la grazia celeste, ma la bestemmia contro la Trinità. È quindi evidente che, venendo alla Chiesa, gli eretici debbono essere battezzati con il battesimo integro e cattolico, affinché, purificati dalla bestemmia della loro presunzione, possano essere trasformati dalla gloria dello Spirito Santo.

È verissimo.

36. 70. D'accordo: se il battesimo non è consacrato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, lo si consideri pure degli eretici e lo si contesti come iniquo con ogni argomento. Se invece vi riconosciamo questo Nome, è meglio distinguere le parole del Vangelo dall'errore degli eretici; quindi, approvare in essi quanto è sano e correggere quanto è difettoso.

Non opporre verità e consuetudine.

37. 71. Liboso da Vaga disse: Nel Vangelo il Signore ha detto: " Io sono la verità " 140. Non ha detto: Io sono la consuetudine. Quindi, manifestatasi la verità, la consuetudine ceda il posto alla verità, così che, se in passato, nella Chiesa gli eretici non si battezzavano, ora si cominci a battezzarli 141.

Non si dimostra qual è la verità.

37. 72. Costui non ha fatto nessun tentativo per dimostrare quale è la verità, alla quale la consuetudine, secondo lui, deve cedere. Tuttavia ci offre un aiuto maggiore contro i Donatisti che si sono divisi dall'unità, perché ammette l'esistenza di una consuetudine, che, a suo avviso, doveva cedere alla verità, che però non indica. Si tratta infatti della consuetudine che, se davvero ammetteva i sacrileghi all'altare di Cristo, senza la purificazione del battesimo, e non contaminava i buoni nell'unità, quelli che si sono separati senza motivo da questa unità nella quale non potevano assolutamente essere macchiati dal contatto coi cattivi, hanno apertamente commesso il sacrilegio dello scisma. Se invece, contaminati da questa consuetudine, si sono tutti perduti, da quale caverna vengono fuori i Donatisti, senza una vera origine e solo con l'astuzia delle calunnie? Se poi la consuetudine di accogliere gli eretici in questo modo era giusta, depongano la rabbia, riconoscano l'errore, vengano alla Cattolica; e non per lavarsi di nuovo col sacramento del battesimo, ma per curarsi dalla ferita dello scisma.

Bisogna esecrare gli eretici.

38. 73. Leucio da Tueste disse: Ritengo che gli eretici, blasfemi e iniqui, che con i loro diversi discorsi distruggono le parole sante e adorabili delle Scritture, debbano essere detestati, e quindi esorcizzati e battezzati 142.

Ma non ribattezzarli.

38. 74. Anch'io ritengo che vadano detestati; ma non per questo esorcizzati e battezzati. È il loro errore che detesto, è invece il sacramento di Cristo che venero.

Questi è dello stesso parere.

39. 75. Eugenio da Ammedera disse 143: Anch'io ritengo che gli eretici vadano battezzati.

Ma non la pensa così la Chiesa.

39. 76. Gli rispondo: Ma non lo ritiene la Chiesa, alla quale Dio ha già rivelato, anche con un concilio plenario, ciò che voi, allora, intendevate in modo errato 144. Ma, poiché conservavate la carità tra voi, siete rimasti nell'unità.

Tranne la nostra non c'è altra acqua del battesimo.

40. 77. Un altro Felice, da Bamaccura, disse: Anch'io, seguendo l'autorità delle divine Scritture, ritengo che vadano battezzati gli eretici, ma anche quanti sostengono di essere stati battezzati presso gli scismatici. Se, infatti, per disposizione di Cristo, la nostra è una sorgente privata 145, i nemici della nostra Chiesa devono capire che non può essere di altri. Né può concedere l'acqua a due popoli colui che è Pastore di un solo gregge. È evidente quindi, che né gli eretici e né gli scismatici ricevono qualcosa dal cielo: essi infatti osano ricevere il battesimo dai peccatori e dagli uomini estranei alla Chiesa. Quando non si è in condizione di dare, non si è utili a chi riceve 146.

La nostra acqua è come quella del paradiso.

40. 78. A costui rispondo che in nessun passo le sacre Scritture hanno prescritto di ribattezzare gli eretici già battezzati presso gli eretici, ma in molti luoghi hanno mostrato che sono estranei alla Chiesa quanti non stanno sulla pietra e non appartengono alle membra della colomba. Eppure essi battezzano e sono battezzati e, pur non avendo la salvezza, hanno il sacramento della salvezza. Quanto poi alla nostra fonte, assimilata alla sorgente del paradiso, perché scorre fuori la Chiesa, come quella fuori del paradiso, ho già detto molto 147; e che poi non possa fornire l'acqua della salvezza a due popoli, al proprio e allo straniero, colui che è Pastore di un unico gregge, lo ammetto e lo condivido. Ma se essa non è salvifica agli estranei, per questo non è vera? L'acqua del diluvio, infatti, a quanti stavano nell'arca, fu salutare, mentre a quanti stavano fuori dell'arca, fu mortale; eppure era la stessa. E molti estranei, cioè gli invidiosi, i quali, come Cipriano dichiara e dimostra con le Scritture, sono partigiani del diavolo 148, sembrano quasi dentro; e tuttavia se non fossero fuori dell'arca, non perirebbero a causa dell'acqua. Il battesimo infatti uccide costoro in quanto ne usano male, come quelli ai quali, come dice l'Apostolo, il buon odore di Cristo causava la morte 149. Perché dunque gli scismatici e gli eretici non ricevono niente dal cielo, come le spine e la zizzania ricevono la pioggia 150, e come quelli fuori dall'arca ricevettero certamente l'acqua che cadeva dalle cataratte del cielo, ma per la rovina, non per la salvezza? Per questo non mi affanno a confutare l'ultima sua frase: Quando non si ha possibilità di dare, non si è utili a chi riceve, perché anche noi diciamo che il battesimo non è utile a quanti lo ricevono, quando lo ricevono nell'eresia d'accordo con gli eretici. E quindi essi vengono alla pace e alla verità cattolica, non per ricevere il battesimo, ma perché cominci a essere utile loro ciò che hanno ricevuto altrove.

La diversità dei meriti non danneggia l'unità del battesimo.

41. 79. Parimenti, un altro Gennaro da Mussuleni, disse 151: Mi stupisco che mentre tutti ammettono che c'è un unico battesimo, non tutti capiscano l'unità di questo battesimo. La Chiesa e l'eresia, infatti, sono due realtà ben diverse. Se il battesimo lo hanno gli eretici, non lo abbiamo noi; ma se lo abbiamo noi, gli eretici non possono averlo. Ora, non v'è dubbio, il battesimo di Cristo lo possiede solo la Chiesa, perché essa solo possiede la grazia e la verità di Cristo.

Bisogna comprendere il battesimo unico e l'unità del battesimo.

41. 80. Un altro potrebbe dire la stessa cosa, ma non dire, ugualmente, la verità: " Mi stupisco che, mentre tutti ammettono che c'è un unico battesimo, non tutti capiscano l'unità di questo battesimo. La giustizia e l'ingiustizia, infatti, sono due realtà ben distinte. Se il battesimo lo hanno gli ingiusti, i giusti non lo hanno; ma se lo hanno i giusti, gli ingiusti non possono averlo. Ora, non v'è dubbio che solo i giusti possiedono il battesimo di Cristo, perché solo essi possiedono la grazia e la verità di Cristo ". Ma questo è falso: lo ammettono anch'essi. Gli invidiosi, che sono dalla parte del diavolo, infatti, e che stanno dentro, come dice Cipriano 152, e che erano ben noti all'apostolo Paolo 153, avevano il battesimo ma non appartenevano alle membra della colomba che si trova sicura sulla pietra.

Gli eretici non si ribattezzano ma si battezzano.

42. 81. Adelfio da Tasualte disse 154: Alcuni, senza motivo e con un linguaggio falso e invidioso, impugnano la verità, tanto da dire che noi ribattezziamo, mentre la Chiesa non ribattezza gli eretici, ma li battezza.

La Chiesa battezza solo i non battezzati.

42. 82. Tutt'altro: ora essa non ribattezza; tranne i non battezzati, infatti, essa non battezza. Si tratta di una consuetudine anteriore, che la verità, esaminata più da vicino, ha confermato anche con un successivo concilio.

Il battesimo è uno, non due.

43. 83. Demetrio da Leptimino disse 155: L'unico battesimo lo custodiamo noi che rivendichiamo alla sola Chiesa cattolica un suo bene. Quanti invece dicono che gli eretici danno un battesimo vero e legittimo, costoro fanno non due, ma molti battesimi. In effetti, dato che vi sono molte eresie, si conteranno altrettanti battesimi.

Certamente vi è un solo battesimo.

43. 84. Gli si risponde: Se è così, si contino tanti battesimi quante sono le opere della carne, di cui l'Apostolo dice: Quelli che fanno tali cose, non possederanno il regno di Dio 156. E tra esse si annoverano anche le eresie. E di queste loro opere se ne tollerano molte, nella Chiesa, come si tollera la paglia; eppure per tutti c'è un solo battesimo, che nessuna opera iniqua può violare.

Circa il battesimo degli eretici e dei pagani.

44. 85. Vincenzo da Tibari disse 157: Sappiamo che gli eretici sono peggiori dei pagani. Se, una volta convertitisi, vogliono venire a Dio, hanno certamente la regola di verità che il Signore ha affidata agli Apostoli con questo divino mandato: " Andate, nel mio nome imponete la mano, scacciate i demoni " 158; ed altrove: " Andate e ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo " 159. Essi, quindi, prima devono passare attraverso l'imposizione della mano nell'esorcismo, poi per la rigenerazione del battesimo, e solo allora possono venire alla promessa di Cristo. Non si deve fare diversamente.

Se sono peggiori gli eretici o gli etnici.

44. 86. Con quale criterio costui dice che gli eretici sono peggiori dei pagani, io non lo so, visto che il Signore dice: Se non ascolterà neppure la Chiesa, sia per te come un pagano e un pubblicano 160. Oppure l'eretico è peggiore anche del pubblicano? Non mi oppongo. Tuttavia, non perché egli è peggiore del pagano, cioè del Gentile, anche il sacramento di Cristo, se lo ha, si mescola ai suoi costumi viziati e, corrotto da questa mescolanza, perisce. In effetti, quanti si allontanano dalla Chiesa e diventano non solo seguaci delle eresie, ma anche artefici se, una volta battezzati, ritornano, pur essendo, peggiori in base a questo criterio, hanno però il battesimo; infatti, se, convertitisi, ritornano, non ricevono ciò che certamente riceverebbero, se lo avessero perso. Può darsi dunque che un eretico sia peggiore di un pagano e che, tuttavia, non solo abbia il sacramento di Cristo, ma che esso non sia meno santo di quello che ha un uomo santo e giusto. Se infatti, in quanto è un uomo, egli non ha custodito il battesimo, ma lo ha violato con lo spirito e con la volontà, il sacramento, in sé, è rimasto integro e inviolato in colui che lo ha disprezzato e ripudiato. I Sodomiti non erano forse pagani, cioè gentili? Eppure erano peggiori i Giudei, ai quali il Signore dice: Ci sarà più tolleranza per i Sodomiti, nel giorno del giudizio, che per voi 161; e ai quali il profeta dice: Avete giustificato Sodoma 162; cioè: Rispetto a voi, Sodoma è diventata giusta. E tuttavia forse, per questo, i misteri divini celebrati presso i Giudei erano tali e quali ai loro? Quei misteri che ricevette il Signore stesso, ai quali inviò, per celebrarli, i lebbrosi che aveva mondati 163, e ai quali, assistette un angelo mentre Zaccaria li celebrava, che gli annunciò, nell'atto di sacrificare nel tempio, di essere stato esaudito 164. Questi stessi misteri erano presenti sia nelle persone buone di allora e sia nei cattivi, peggiori dei pagani, visto che superarono i Sodomiti nella malizia; e tuttavia quei misteri restarono, negli uni come negli altri, integri e divini.

Anche gli etnici hanno qualcosa di divino.

44. 87. In effetti, anche i Gentili se hanno potuto avere qualcosa di divino e di giusto nelle loro dottrine, i nostri santi non l'hanno ri fiutato, anche se essi, per le loro superstizioni e la loro condotta depravata, andavano detestati e, se non si fossero convertiti, puniti dal giudizio divino. Lo stesso apostolo Paolo, infatti, parlando di Dio di fronte agli Ateniesi, attestò che alcuni di loro avevano detto qualche verità 165 e che se fossero venuti a Cristo, certamente sarebbe stata riconosciuta e non riprovata. E contro i pagani, san Cipriano si serve proprio di questi testi. Infatti, parlando dei maghi, disse: Il più autorevole di essi, Ostane, nega che si possa vedere la forma del vero Dio, e dice che, davanti al suo trono assistono angeli veri. Idea sulla quale concorda anche Platone, che, salvando l'unicità di Dio, tutti gli altri li chiama angeli o demoni. Anche Hermes Trismegisto parla di un solo Dio e confessa che è incomprensibile e incommensurabile 166. Se dunque costoro fossero venuti alla salvezza cristiana, certamente non si sarebbe detto loro: " Avete questo male ", e né: " Avete questa falsità ", ma, molto più giustamente: " A voi, questo, anche se esatto e vero, non sarebbe stato di nessuna utilità, se non foste venuti alla grazia di Cristo ". Se quindi nei pagani stessi si può trovare qualcosa di divino e, giustamente, approvarla, anche se debbono ancora avere la salvezza da Cristo, non bisogna spingersi fino al punto di voler correggere, pur essendo essi migliori degli eretici, ciò che in loro è cattivo ed è loro, e di non voler riconoscere ciò che in loro è buono, ed è di Cristo. Ma ormai gli altri pareri dei concilio li riprenderemo a trattare in un altro capitolo.

 

 

1 - Gv 20, 23.

2 - 2 Tm 2, 19.

3 - Mt 23, 3.

4 - Cf. 1 Tm 1, 5.

5 - Cf. Sap 9, 15.

6 - Cf. Fil 3, 15.

7 - Cf. Gv 15, 2.

8 - Cf. Gal 2, 14.

9 - Cf. Ct 6, 8.

10 - Cf. Ef 5, 27.

11 - Ct 4, 12-13.

12 - Cf. Ef 3, 19.

13 - Gv 20, 23.

14 - CYPR., Sententiae episc. praef.

15 - CYPR., Ep. 73, 26, 1.

16 - CYPR., Ep. 73, 26, 2.

17 - CYPR., Ep. 69, 12, 1.

18 - Cf. CYPR., Sententiae episc. praef.

19 - Ef 4, 2-3.

20 - Fil 3, 15.

21 - Ef 4, 5.

22 - Cf. 1 Gv 3, 15.

23 - Cf. 1 Cor 15, 33.

24 - Cf. CYPR., De lapsis 6.

25 - CYPR., Ep. 11, 1.

26 - CYPR., Sententia. episc., praef.

27 - CYPR., Sententiae episc. 2.

28 - CYPR., Ep. 48, 1-2.

29 - CYPR., Sententiae episc. 3.

30 - CYPR., Sententiae episc. 4.

31 - Cf. CYPR., Epp. 62; 72, 1; 76; 77.

32 - Cf. CYPR., Sententiae episc. 5.

33 - Cf. CYPR., Ep. 11, 1.

34 - Prv 9, 12 (sec. LXX).

35 - Prv 9, 18.

36 - Gv 3, 5.

37 - Cf. At 8, 13.

38 - Cf. CYPR., Ep. 11, 1.

39 - Sap 1, 5

40 - Ef 4, 4-5.

41 - Gv 3, 6.

42 - Cf. Gv 4, 24.

43 - Gal 5, 19-21.

44 - CYPR., Sententiae episc. 6.

45 - Cf. CYPR., Epp. 76 e 78.

46 - Cf. CYPR., Sententiae episc. 7.

47 - Mt 5, 13.

48 - Mt 28, 19.

49 - Gv 20, 23.

50 - 1 Gv 2, 9.

51 - Prv 14, 9.

52 - Es 20, 13. 15.

53 - Cf. CYPR., Sentent. episc 8.

54 - Cf. CYPR., Epp. 72 e 73.

55 - CYPR., Sentent. episc. 9.

56 - CYPR., Sentent. episc. 10.

57 - Mt 28, 19.

58 - CYPR., Sentent. episc. 11.

59 - Mt 12, 30.

60 - Cf. 1 Gv 2, 18.

61 - Cf. Gv 15, 14-15.

62 - Mt 7, 22.

63 - Mt 7, 23.

64 - CYPR., Sentent. episc. 12.

65 - Cf. Mt 15, 14.

66 - 1 Cor 15, 32.

67 - Rm 8, 6.

68 - Cf. CYPR., De lapsis 6.

69 - CYPR., Sentent. episc. 13.

70 - CYPR., Sentent. episc. 14.

71 - Cf. Gn 2, 14.

72 - CYPR., Sentent. episc. 15.

73 - Mt 6, 15.

74 - Cf. Ef 4, 2-3.

75 - CYPR., Sentent. episc. 16.

76 - 1 Gv 3, 15.

77 - CYPR., Sentent. episc. 17.

78 - Cf. Mt 16, 18.

79 - Cf. Gv 10, 12.

80 - Cf. Mt 7, 26.

81 - Cf. CYPR., De lapsis 6.

82 - Cf. Mt 16, 18.

83 - Mt 7, 24. 26.

84 - Cf. CYPR., Ep. 11, 1.

85 - Lc 6, 37.

86 - Mt 6, 14-15.

87 - 1 Pt 4, 8.

88 - Cf. CYPR., Ep. 73, 14.

89 - CYPR., Sentent. episc. 18.

90 - Cf. Mc 16, 17.

91 - Cf. CYPR., De lapsis 6.

92 - Cf. Fil 3, 15.

93 - CYPR., Sentent. episc. 18.

94 - CYPR., Sentent. episc., praef.

95 - Cf. Mt 13, 29.

96 - Cf. 1 Re 3, 26.

97 - Cf. Fil 3, 15.

98 - CYPR., Sentent. episc. 19.

99 - Cf. CYPR., Ep. 73, 14.

100 - CYPR., Sentent. episc. 20.

101 - CYPR., Sentent. episc. 21.

102 - Cf. Mt 12, 30.

103 - Mt 7, 23.

104 - Gv 1, 33.

105 - CYPR., Sentent. episc. 22.

106 - Cf. Gal 6, 10.

107 - Cf. Mt 7, 24, 26.

108 - Ger 2, 21.

109 - Cf. Ct 2, 10. 4; 6, 8.

110 - Cf. Ct 4, 12.

111 - Cf. Mt 3, 12.

112 - CYPR., Sentent. episc. 23.

113 - Cf. Mt 7, 26.

114 - CYPR., Sentent. episc. 24.

115 - Mt 12, 30.

116 - Cf. Mt 16, 18.

117 - Mt 12, 30.

118 - Sal. 143, 11-15.

119 - Cf. CYPR., Ep.11, 1.

120 - CYPR., Sentent. episc. 25.

121 - Cf. Mt 6, 13.

122 - CYPR., Sentent. episc. 26.

123 - CYPR., Ep.11, 1.

124 - Sir 34, 25.

125 - CYPR., Sentent. episc. 27.

126 - Cf. Ep. Parm. 2, 10, 22.

127 - Rm 6, 23.

128 - Rm 8, 6.

129 - Cf. 1 Tm 5, 6.

130 - Cf. CYPR., Ep.11, 1.

131 - Gv 1, 33.

132 - Mt 6, 15.

133 - Cf. Sal 34, 12.

134 - Cf. CYPR., Ep.11, 1.

135 - Cf. Ct 6, 8.

136 - CYPR., Sentent. episc. 28.

137 - CYPR., Sentent. episc., praef.

138 - CYPR., Sentent. episc. 29.

139 - Mt 28, 19.

140 - Gv 14, 6.

141 - CYPR., Sentent. episc. 30.

142 - CYPR., Sentent. episc. 31.

143 - CYPR., Sentent. episc. 32.

144 - Cf. Fil 3, 15.

145 - Cf. Ct 4, 12.

146 - CYPR., Sentent. episc. 33.

147 - Cf. supra, 4, 1, 1; 6, 21, 37.

148 - Cf. CYPR., De zelo et livore 4.

149 - Cf. 2 Cor 2, 15-16.

150 - Cf. Mt 13, 24-25.

151 - CYPR., Sentent. episc. 34.

152 - Cf. CYPR., Ep. 74, 14.

153 - Cf. Fil 1, 15.

154 - CYPR., Sentent. episc. 35.

155 - CYPR., Sentent. episc. 36.

156 - Gal 5, 21.

157 - CYPR., Sentent. episc. 37.

158 - Mc 16, 17.

159 - Mt 28, 19.

160 - Mt 18, 17.

161 - Mt 11, 24.

162 - Ez 16, 51.

163 - Cf. Lc 17, 14.

164 - Cf. Lc 1, 11-13.

165 - Cf. At 17, 28.

166 - CYPR., Quod idola dii non sint, 6.