Papa Francesco è stato “scomunicato” dall’Inquisizione dell’ortodossia giornalistica. Ma siamo proprio sicuri che – dietro le polemiche sulla nota battuta – non ci sia dell’altro? Il vero tema – ignorato dai giornali – è piuttosto (come vedremo) lo scontro fra il Pontefice e la Cei a guida zuppiana.

E forse – come suggerisce qualcuno – sono venuti al pettine i nodi fra una presidenza della Cei che ha dichiarato guerra aperta sulle riforme istituzionali all’attuale premier – tirando la volata al Pd per le elezioni europee – e un Papa che invece continua ad avere, com’è noto, un grande rapporto di simpatia e di stima proprio con Giorgia Meloni(presente anche domenica alla messa del Pontefice). Cerchiamo di capire. Continua

La recente indagine dell’Istat sui giovani, il futuro, la famiglia e i figliha sorpreso tutti (lo vedremo). Se son rose fioriranno… Intanto ci ha ricordato una cosa fondamentale: occorrono misure economiche e servizi che favoriscano la natalità, certo, ma la scelta di mettere al mondo figli non è solo una questione economica, è anzitutto conseguenza di un sentimento della vita, individuale e comunitario. Continua

Ieri una pagina di “Libero” accostava giustamente due notizie che avrebbero suscitato la vivace reazione di Oriana Fallaci e che documentano bene l’epoca in cui viviamo.

NEWS DA EURABIA

Il primo titolo era questo: “Le proteste pro-Palestina. Preghiera islamica in ateneo. E i rettori condannano Israele”. Il sottotitolo aggiungeva che “a Torino imam inneggia al jihad contro lo Stato ebraico nell’edificio occupato”. A fianco si leggeva quest’altro titolo: “Padova. Dante a scuola: esentati i musulmani”. Continua

Da poco era caduto il Muro di Berlino, seppellendo i regimi comunisti d’Europa, quando arrivai a Praga sulle tracce di Franz Kafka, cercando nella città vecchia l’atmosfera “magica” descritta da Angelo Maria Ripellino.

Kafka, morto nel 1924, cento anni fa, in vita pubblicò solo pochi racconti. Poi si è scoperto tutto il suo genio. Secondo Auden egli ha, con la nostra epoca, “lo stesso tipo di rapporto che Dante, Shakespeare e Goethe ebbero con la propria”. Continua

In qualità di mosca bianca, sul Corriere della sera di ieri, Ernesto Galli della Loggia ha firmato un editoriale in cui riflette sull’“Intifada studentesca”, in corso negli atenei americani ed europei, notando che essa ignora totalmente le ragioni di Israele: questo lo induce a ritenere che quindi “il vero obiettivo” sia un altro.

La “rivolta giovanile antisraeliana”, spiega, è “programmaticamente e radicalmente ostile all’Occidente in quanto tale”, Israele è solo “un simbolo, un capro espiatorio” del “rifiuto nei confronti dell’Occidente, della sua storia, dei suoi valori, dei fondamenti della sua antropologia – dall’ordine della bisessualità ad una genitorialità fondata sulla presenza di un uomo e di una donna”. Continua

Giovanni Paolo II iniziò il suo pontificato nel 1978, un periodo cupissimo per l’imperversare del comunismo nel mondo, con queste parole: Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura!” Continua

“Il livello di follia che stiamo toccando con la transizione verde è troppo esagerato, troppo folle; insomma troppo tutto per non essere raccontato”. Fabio Dragoni apre con questi toni incendiari, da toscano doc, il libro Per non morire al verde (Edizioni Il Timone).

E mantiene le promesse visto che lo stesso Chicco Testa, nella sua contro-prefazione, risponde così: “Mi sono divertito a leggere il libro di Dragoni”. Pur ritenendo “probabile” che vi sia “anche” un contributo umano nel riscaldamento globale, Testa diffida di chi lo considera “completamente determinante” e riconosce che vi è “una certa parte del mondo scientifico, non la maggioranza, ma questo poco vuol dire perché fra quei nomi vi sono scienziati di livello assoluto, che la pensa diversamente” rispetto all’ideologia catastrofista sul clima.

Naturalmente Dragoni – che da vecchio bocconiano è documentato e rigoroso nell’analisi dati – attinge a quella letteratura scientifica dissidente e agli esperti non allineati al pensiero mainstream, ma il tono del libro è brillante e la lettura – che consiglio a tutti – è agile e divertente.

Addirittura esilarante dove snocciola le famose “profezie” con cui gli eco-apocalittici alimentano da anni l’allarmismo in forza del quale poi si pretendono misure green tanto draconiane quanto inefficaci e spesso costosissime e dannose. Continua

“Erano, sono e resteranno sempre comunisti!”, questo slogan era spesso ripetuto da Berlusconi contro la sinistra. Nei comizi i toni com’è noto sono molto accesi. Tuttavia è un giudizio che trova conferma nei fatti del trentennio 1994-2024.

Casomai con una postilla: restano comunisti, ma pretendendo di essere anche “tutto il resto all’occorrenza”. Come dimostrano i continui cortocircuiti del Pd, gli ultimi dei quali sono l’adesione della Schlein al referendum contro il Jobs Act (che è stato per anni la bandiera liberista del Pd: fu la legge qualificante del governo Renzi nel 2016) e la candidatura di ultrapacifisti nelle sue liste (il Pd di Letta è stato il gendarme ideologico dell’ortodossia atlantista sulla guerra in Ucraina). Continua

I giovani, i giovani… quanti vecchi sessantottini sempre lì a blandire “i gggiovani”. Oggi come ieri, come l’altro ieri, una valanga di untuosa melassa, una sequela insopportabile di retorica giovanilistica, come se i giovani avessero sempre ragione, anche se dicono sciocchezze o si mostrano intolleranti e prepotenti. Com’è cominciata questa commedia?

Nella famosa poesia in cui si schierava con i poliziotti (proletari) contro gli studenti (figli di papà), negli scontri romani di Valle Giulia (simbolo ed esordio del ’68), a un certo punto Pier Paolo Pasolini scriveva: “Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni)/ vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio/ delle Università) il culo. Io no, amici”. Continua

Ovidio ci fa un baffo. Il tempo delle metamorfosi – veloci e continue – è il nostro. Specialmente nel mondo che si definisce progressista (qualunque cosa voglia dire). Ormai tutti possono diventare tutto, in una transizione senza fine e senza approdi solidi.

Il testacoda identitario più surreale, quasi tragicomico, lo ha segnalato nei giorni scorsi Leonardo Panetta, giornalista di Mediaset, che ha illustrato, con un tweet e un video, un fenomeno stupefacente: “Alla Università della California, occupata dai manifestanti pro-Palestina, studenti progressisti fino all’altro ieri atei-gender fluid e così via si uniscono alla preghiera dei compagni di religione islamica. Nemmeno Houellebecq in Sottomissione aveva immaginato una scena così”. Continua