Francesco ordina 19 sacerdoti

Il 12 maggio la Messa a a San Pietro. 8 appartengono alla Fraternità dei Figli della Croce; uno alla Famiglia dei Discepoli; 2 vengono dal Seminario Maggiore e 8 dal Redemptoris Mater. Venerdì 10 la veglia diocesana con il cardinale De Donatis

Pronunceranno il loro “sì” nella domenica del Buon Pastore, la IV di Pasqua, in cui la Chiesa celebra la 56ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: il 12 maggio 19 diaconi dei seminari romani saranno ordinati sacerdoti nella Messa solenne presieduta da Papa Francesco, alle 9.15 nella basilica di San Pietro. Tra i concelebranti il cardinale vicario Angelo De Donatis e i rettori dei seminari dei candidati. Il Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina e il Coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina animeranno la liturgia.

Otto degli ordinandi appartengono alla Fraternità sacerdotale dei Figli della Croce; uno alla Famiglia dei Discepoli; due hanno studiato al Pontificio Seminario Romano Maggiore e otto al Collegio diocesano Redemptoris Mater. Origini ed esperienze diverse ma le emozioni sono le stesse. «Questi ragazzi hanno avuto la fortuna di essere educati alla fede in un contesto comunitario, fin da bambini», commenta il moderatore generale dei Figli della Croce don Giacomo Martinelli, a proposito degli otto ordinandi che fanno parte della Fraternità sacerdotale da lui fondata. Si tratta di Michele Reschini, nato nel 1990 a Busto Arsizio (Varese), come il compagno di studi Francesco Maria Sametti, di due anni più giovane; Goran Kühner, originario di Zagabria, con i suoi 46 anni è il più maturo del gruppo. Della stessa Fraternità sacerdotale anche Andrea Vignati di Legnano (Milano); Giovanni Maggioni, che sta terminando la tesi di licenza in Teologia biblica e viene da Segrate (Milano); Tommaso Fontana, classe 1991 di Gravedona (Como); Massimiliano Maria Spezia, ventisettenne pure lui della provincia di Varese; Matteo Mussi, di Rho (Milano).

Appartiene alla Famiglia dei Discepoli John Larry Flores Panaifo, nato a Iquitos, nella regione di Loreto, in Perú. «Attualmente – dice il superiore generale don Savino D’Amelio – svolge il suo ministero diaconale a Gioia del Colle». Si sono formati invece al Pontificio Seminario Romano Maggiore Alessandro Caserio, nato nel 1980 a Roma, e Johnny Joseph, proveniente da Hinche, ad Haiti, che sarà destinato alla sua diocesi di origine. «Ho 38 anni e sono nato e cresciuto nel quartiere di Centocelle – racconta Alessandro -. La mia è sempre stata una vita normalissima: frequentavo la parrocchia di San Felice da Cantalice, uscivo con gli amici, avevo delle storie sentimentali, di cui una anche molto lunga; studiavo e mi sono laureato in architettura; lavoravo. Ma nonostante apparentemente avessi tutto, sentivo che mi mancava qualcosa». Alessandro inizialmente riversa il suo amore per Dio nel «servizio ai poveri, con la Comunità di Sant’Egidio e con la Caritas diocesana». Poi partecipa ad alcuni ritiri vocazionali ad Assisi, guidati dai Frati Minori della Porziuncola e capisce qual è la sua strada. «All’età di 31 anni ho lasciato il lavoro e sono entrato al Maggiore. Qui ho passato sette anni, i più belli della mia vita, durante i quali sono cresciuto come uomo e come prete, ho scoperto i miei limiti e le mie debolezze, attraverso i quali ho visto la grandezza di Dio. È qualcosa che il mondo fuori non mi aveva mai consegnato: nel mondo fuori i limiti e le debolezze vanno schiacciati». Nel suo percorso, fondamentale l’appoggio della famiglia, che ha lo ha sostenuto: «Sono stati felici per me, perché hanno visto che io ero felice».

Ha potuto contare sull’appoggio dei suoi anche Giuseppe Vattimo, classe 1989, uno degli otto ordinandi del Collegio diocesano Redemptoris Mater. «La mia vocazione nasce dalla chiamata al cristianesimo dei miei genitori – dice -, che si avvicinarono alla fede grazie a don Gino Teodoldi, all’epoca parroco di Santa Maria a Setteville, la nostra parrocchia di riferimento. La mia famiglia ha fatto l’esperienza del pastore che va in cerca della pecorella perduta; così siamo entrati nel gregge della Chiesa, e in particolare del Cammino neocatecumenale. A quel tempo ero piccolo, avevo circa sette anni, ma si può dire che fin da allora il Signore mi chiamava». Ci sono voluti anni, poi, per prendere consapevolezza della vocazione e fare una scelta «adulta e consapevole».

Colleghi di studio al Redemptoris Mater, che saranno ordinati con lui domenica prossima da Papa Francesco, sono Calogero Amato, 41 anni, nato a Roma; Giovanni Cristofaro, romano anche lui ma di dieci anni più giovane; Aldo Donelli, classe 1987, originario di Castel San Giovanni (Piacenza); Giancarlo Maria Honorati, trentanovenne romano; Claudio Piangiani, il più maturo tra gli undici candidati al sacerdozio con i suoi 45 anni; Makoto Ota, giapponese di Aomori, e Simone Montori, nato nel 1983 a Civita Castellana, in provincia di Viterbo. «In realtà sono cresciuto a Capranica», precisa il futuro prete che però nell’Urbe frequentava l’università. «Quando avevo 23 anni – ricorda – partecipai a un pellegrinaggio a Santiago di Compostela, spinto da un mio amico. Quella esperienza mi ha cambiato. Lì ho conosciuto il Cammino neocatecumenale. Ho cominciato a chiedermi cosa volesse Dio da me e alla fine, qualche anno più tardi, sono riuscito a dire di sì a questa chiamata».

I 19 diaconi riceveranno l’ordinazione sacerdotale nella 56ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, in vista della quale l’Ufficio per le vocazioni della diocesi di Roma, in collaborazione con i seminari romani, promuove una veglia di preghiera per le vocazioni, nella basilica di San Giovanni in Laterano. L’appuntamento è per venerdì 10 maggio alle 20; dopo le testimonianze di tre degli ordinandi, è prevista una riflessione del cardinale Angelo De Donatis, a cui seguirà un momento di adorazione.

8 maggio 2019