16/10/2007, 00.00
VATICANO
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Papa: tutti hanno diritto a mangiare, specialmente i bambini

In un messaggio alla Fao, Benedetto XVI afferma il diritto fondamentale all’alimentazione e sottolinea come la responsabilità maggiore della sua violazione dipenda dai comportamenti dell’uomo, più che da eventi naturali. Il rispetto dovuto ai cicli della natura ed alle culture indigene.
Città del Vaticano (AsiaNews) - L’uomo, più delle avversità naturali, è causa della violazione del fondamentale diritto ad una alimentazione “sana e sufficiente” che colpisce milioni di persone ed in particolare i bambini: è una realtà della quale la comunità deve prendere atto per compiere quelle scelte di tipo scientifico ed economico, ma anche etico, che consentano uno sfruttamento delle risorse che “rispetti il patrimonio della creazione” e ne consenta una equa distribuzione. Lo scrive Benedetto XVI nel messaggio inviato al direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), Jacques Diouf, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione 2007.
 
La riflessione sul diritto all'alimentazione, tema scelto per il 2007 dall'agenzia Onu, scrive il Papa, “apre la riflessione che la comunità internazionale si prepara a fare, in occasione delle celebrazioni per i sessanta anni della Dichiarazione dei diritti dell’uomo”. Il diritto all'alimentazione ha una ripercussione immediata sulla dimensione individuale e comunitaria degli esseri umani, “penso alla situazione dei bambini, prime vittime di questa tragedia - prosegue il messaggio - che scontano un mancato sviluppo fisico e psichico”
 
“L’obiettivo di eliminare la fame e, al tempo stesso, garantire una alimentazione sana e sufficiente – prosegue il messaggio - richiede metodi e azioni specifiche che permettano uno sfruttamento delle risorse che rispetti il patrimonio della creazione. Lavorare in questa direzione è una priorità” che deve usare non solo i risultati della scienza, dell’analisi e della tecnologia, ma anche “tener conto dei cicli e dei ritmi della natura conosciuti dalle persone delle zone rurali, così come proteggere gli usi tradizionali delle comunità indigene, mettendo da parte le motivazioni egoistiche ed esclusivamente economiche”.
 
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