Il Tirreno

Un’altra Madonna di Medjugorje

Un’altra Madonna di Medjugorje

Sarà realizzata dagli studi Felici per il centro di allenamento dell’Atalanta, identica all’originale

24 novembre 2012
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CARRARA. Sarà realizzata nello studio d'arte e scultura Dino Felici, sulla via Aurelia a Turigliano, anche la statua della Madonna di Medjugorje che andrà nel centro sportivo dell'Atalanta.

E' stato il presidente dei nerazzurri di Bergamo, Antonio Percassi, a ordinare una copia dell'originale realizzato nel 1986, allo studio gestito oggi da Mirco Felici, figlio di Dino (e gemello dell'ex assessore Fabio). A darne notizia, l'ultimo libro di Paolo Brosio, giornalista e scrittore che ovviamente non ha bisogno di presentazioni, grande devoto della Madonna di Medjugorje sulla quale ha scritto ben quattro volumi. E il quarto, nelle librerie in questi giorni, dal titolo "Nella terra delle meraviglie - A Medjugorje la Madonna scende in campo", vi si raccontano proprio le devozioni mariane di alcuni personaggi noti dello sport e in particolare del calcio, fra i quali il nostro Gigi Buffon.

Brosio, pisano di nascita è molto legato alle nostre zone, visto che ha organizzato più volte manifestazioni di solidarietà dedicate all'Opa, oltre ad aver frequentatato le messe carismatiche sia a Marinella che alla parrocchia dei Quercioli.

Brosio conosce bene la nostra realtà e conosce ormai benissimo Medjugorje, dove è arrivato nel febbraio del 2009 al culmine di un periodo di crisi, e dove invece, oltre a ritrovare la fede, è letteralmente rinato, trovando nuova ispirazione per libri, articoli, speciali televisivi di successo.

Sa bene quindi che tutte e tre le statue di marmo raffiguranti la Madonna di Medjugorye e collocate nella cittadina della Bosnia-Erzegovina sono state realizzate dallo studio Dino Felici, la prima nel 1986, su richiesta di una coppia di svizzeri che vollero un omaggio per la guarigione miracolosa del figlio; la statua sul monte delle apparizioni venne portata nel 2001, poi ve n’è un’altra nella cappella privata di una delle veggenti, Marja.

Nel tempo altri privati hanno richiesto altre copie. Attualmente ne è in realizzazione una per conto di un industriale carrarese, sempre nelle canoniche misure e fattezze: la statua è alta 2,13 metri, ed è fatta rigorosamente a mano, con lo scalpello, senza robot.

Quella attualmente in lavorazione è quasi pronta, vi lavorano con passione Roberto Ussi, Matteo Granai e Paolo Testi.

La prossima sarà quella di Percassi, frequentatore abituale di Medjugorje, intenzionato, come detto, a collocare la statua al centro di allenamento dell'allenamento.

Anche Gigi Buffon a Medjugorje. Il libro "Nella terra delle meraviglie", come accennato, parla anche del recente pellegrinaggio a Medjugorje di Gigi Buffon, del quale sono riportate alcune frasi, riprese dall'ampio articolo dedicato dalla Gazzetta dello Sport all'uscita del nuovo volume di Brosio dedicato al calcio: a Medjugorje, spiega Brosio, Buffon è andato ai primi di luglio, di ritorno dagli Europei, e lì ha incontrato i veggenti Mirjana, Jacok, con il quale ha cenato nella sua casa di Bijakovici, e Ivan, che lo ha invitato a due apparizioni nella sua cappella privata. Nel libro, SuperGigi dice a Brosio: "E' vero, Medjugorje è un luogo speciale e ho ritrovato qui tante cose che mi avevano detto".

Nel volume di Brosio, il portierone della Juve e della Nazionale, nonché proprietario della Carrarese, è ritratto in una foto insieme ai bambini dell'orfanotrofio diretto da suor Kornelya, che si trova a Vionica-Citluk, e ha incontrato anche Maurizio Felugo, attaccante della Pro Recco e della Nazionale di Pallanuoto.

Mirco Felici: una storia speciale. Sottolinea Mirco Felici: «Per me la storia di quella statua di Medjugorje è davvero qualcosa di speciale. Innanzitutto perché mi ricorda tanto il “senso” del lavoro che è stato di mio padre. Papà, infatti, era un uomo di fede profonda, e mi ha insegnato anche il valore delle statue che si creano, quello che suscitano come ispirazione alla preghiera nelle persone che ci si troveranno davanti. Non solo un fenomeno artistico, dunque, né meramente economico, ma anche di ispirazione verso un servizio spirituale che ha un'importanza grande. Nello specifico, quando venne commissionata quella statua non si sapeva molto di Medjugorje. Era il 1986, e le apparizioni erano iniziate da pochi anni (1981). Venne lasciata mano libera a lui per poter creare una statua originale che raffigurasse la dolcezza e la presenza della Madre tra di noi anche oggi, per ognuno e non solo per i veggenti. Il risultato fu la figura di una Madre che con una mano identifica e serba in sé il Mistero che la sua persona ha per noi quale madre di Cristo, e con l'altra è rivolta verso chi Le sta davanti, in segno di disponibilità ed accoglienza. Papà ha vissuto quella scultura già in fase di esecuzione come qualcosa di speciale, senza sapere ancora esattamente in quale contesto si sarebbe trovata. Nel 2001, poi, arrivò a me (papà purtroppo era già allettato a causa della Sla che lo colpì un paioi di anni prima) direttamente da Padre Slavko, uno dei più grandi Padri Spirituali di Medjugorje, la richiesta per una seconda statua da collocare sulla Collina delle apparizioni, il Podboro. Chiedeva che fosse molto simile alla prima, anche se non identica, e nelle stesse dimensioni. Nel 2008 ne abbiamo portata una terza, di dimensioni più ridotte, che è stata posta nella Cappella privata di Marja, una delle veggenti, offerta da alcuni parrocchiani di Bassagrande, a Marina di Carrara. Nello stesso anno, inoltre, sono stato a Medjugorje per il restauro della seconda statua, che venne danneggiata gravemente in una mano e nel naso della stessa, ricostruito sul posto con lo stesso tipo di marmo».

Un’altra statua è stata collocata nella casa del presidente della Metro Goldwin Meyer. Conclude Mirco Felici: «In noi resta il rammarico che mio padre, che ha scolpito ed amato quelle statue, a causa della malattia non sia mai riuscito ad andare sul posto a rivedersele un po'».

Massimo Braglia

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