ESISTE UN VOTO CATTOLICO?




I preti fan di Pisapia tifano per gli abortisti
Articolo di Stefano Filippi

Don Colmegna, direttore della Casa della Carità, fa il militante e invita a votare per il candidato della sinistra E l’arcivescovo Tettamanzi, negli appelli agli elettori, tace sui valori non negoziabili calpestati dal vendoliano
Si sa che cosa pensa Giuliano Pisapia in materia di coppie di fatto, aborto, liberalizzazione delle droghe, legalizzazione dell’eutanasia. Delle ultime due parlano le sue iniziative quand’era parlamentare comunista; per le faccende familiari o pseudo tali fa testo il suo programma da aspirante sindaco.
Il candidato del centrosinistra si riferisce a «famiglie plurali», prevede di stabilire «parità di diritti e doveri per tutte le comunità affettive e di vita che vogliano essere riconosciute dall’amministrazione comunale (casa, assistenza, scuola, cultura, sport)» e intende riconoscere formalmente con un Registro delle unioni civili tutte le «forme di legami stabili e durature estranee all’istituto del matrimonio, contrastando ogni discriminazione, in particolare relativa agli orientamenti sessuali». Quindi sono comprese le coppie gay. Quanto all’aborto, Pisapia garantirà «il diritto all’assistenza» anche alle adolescenti.
Sono propositi difficilmente accettabili per un cattolico che voglia rispettare i «princìpi non negoziabili in politica» sanciti dalla dottrina sociale della Chiesa e ribaditi più volte dai papi: in particolare «il riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia» oltre alla tutela della vita in tutte le sue fasi e alla libertà di educazione, che Pisapia non inserisce nemmeno tra le ultime cose da fare.
Tuttavia l’arcidiocesi di Milano non ha ricordato ai fedeli queste contraddizioni. Ha criticato, per bocca del vicario monsignor Eros Monti, «una campagna elettorale dai toni particolarmente accesi». Ha invitato a tralasciare «emotività e frasi a effetto» per concentrarsi sulla «qualità della vita delle persone». Alla vigilia del voto ha sollecitato una pausa di silenzio. E la curia ha dato il buon esempio, tacendo sui programmi dei candidati.
Quello che in arcivescovado si pensa ma non si dice è contenuto in un appello firmato da 270 aderenti all’associazione «per il cambiamento nell’amministrazione della città», ispirato «dai nostri valori e da quanto ci continua a indicare il nostro arcivescovo Dionigi Tettamanzi». Tra i firmatari compaiono, accanto a Vittorio Agnoletto e all’ex leader dell’Ulivo milanese Sandro Antoniazzi, anche una decina di preti tra cui don Virginio Colmegna, direttore della Fondazione Casa della Carità. L’appello critica duramente l’amministrazione Moratti, insensibile verso i poveri e gli immigrati, e chiede l’apertura di una moschea.
Don Colmegna in una lettera al settimanale Tempi ha spiegato i motivi per cui invita a votare Pisapia: «Il modo (dei berlusconiani, ndr) di propagandare stili di vita che irridono alla morale», la mancata adesione «alla logica evangelica dell’ospitalità», «il degrado etico e barzellettiero», il «sostegno a identità egoistiche e chiuse». Per il sacerdote milanese che si dedica agli ultimi la questione etica, dei comportamenti, fa premio su una visione della convivenza civile (propugnata da Pisapia) opposta a quella cristiana. Si vota in base alla moralità, non all’idea di persona, di famiglia, di educazione sollecitata dalla Chiesa.
Sono pochi i 270 firmatari? La loro è una posizione isolata negli ambienti ecclesiastici milanesi? Tutt’altro. Basta leggere il Decalogo per la politica milanese, redatto tra gli altri da Azione cattolica, Acli, Sant’Egidio, e pubblicato in evidenza sul sito internet della diocesi (assieme a decine di iniziative per il dialogo, l’accoglienza, il federalismo solidale), quindi in qualche modo avallato dal cardinale Tettamanzi. Il documento ribadisce la necessità di un «impegno politico personale ispirato a principi etici» come la coerenza e la legalità, di «ascoltare e rappresentare i bisogni dei cittadini», di «riscoprire l’antica vocazione ambrosiana dell’accoglienza, dell’attenzione agli ultimi e della solidarietà», di «ricercare un confronto serio con le opposizioni». E i «valori non negoziabili» che stanno a cuore a Benedetto XVI? Nemmeno un piccolo cenno di sfuggita.
 


 

 

La Chiesa ha sempre insegnato che non è lecito al cristiano appoggiare partiti che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all'insegnamento morale e sociale della Chiesa


Cari amici,
desideriamo precisare - riguardo al tema delle elezioni politiche - che il nostro obiettivo è unicamente quello di proporre all'attenzione degli iscritti un orientamento politico più conforme alla tutela dei valori cristiani e umani.

A noi non interessano i cavilli politici, le maggioranze o le ipocrisie dell'uno o dell'altro partito: a noi interessa obbedire alla dottrina sociale della Chiesa Cattolica, la quale orienta le scelte dei cristiani impegnati nella vita politica verso quei valori irrinunciabili che stanno alla base della legge naturale e dei valori non-negoziabili e indiscutibilmente riconosciuti dalla ragione umana.
Non si tratta di per sé di «valori confessionali», poiché tali esigenze etiche sono radicate nell’essere umano e appartengono alla legge morale naturale. Esse non esigono in chi le difende la professione di fede cristiana.

Tali valori sono:
 

1) il rispetto della vita umana dal suo concepimento al suo naturale termine

2) la tutela della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, a dispetto di qualsiasi altra unione di fatto

3) garanzia della libertà di educazione ai genitori per i propri figli

4) tutela sociale dei minori e alla liberazione delle vittime dalle moderne forme di schiavitù (si pensi ad esempio, alla droga e allo sfruttamento della prostituzione).

5) il diritto alla libertà religiosa e lo sviluppo per un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune, nel rispetto della giustizia sociale,

6) infine, il grande tema della pace, che è sempre «frutto della giustizia ed effetto della carità»; essa esige il rifiuto radicale e assoluto della violenza e del terrorismo e richiede un impegno costante e vigile da parte di chi ha la responsabilità politica.


Tali valori non possono essere invertiti in ordine di priorità, in quanto - per una ovvia logicità - non vi può essere libertà e pace laddove l'aborto e l'eutanasia sono considerate "conquiste di civiltà".

La pace scaturisce dal rispetto dei valori della vita, per questo motivo dobbiamo diffidare da quelle manifestazioni e classi politiche che amano scendere in piazza per sventolare la pace, quando poi nei loro programmi di governo viene promosso l'aborto, considerato "diritto civile", l'eutanasia, la pari dignità giuridica delle coppie di fatto con la famiglia naturale, se non addirittura una visione politica in aperto contrasto con la Chiesa Cattolica e il Suo Magistero.

Occorre prestare particolare attenzione anche a quei partiti le cui proposte di governo non si discostano di molto dall'insegnamento della Chiesa, ma che hanno come alleati politici partiti radicali e laicisti: un cattolico non potrebbe tollerare la connivenza col male, giacchè è impossibile un'alleanza etica tra partiti che si ispirano al cattolicesimo e partiti di natura opposta.

Quando andremo a votare, dunque, la cosa più importante da tenere in considerazione è verificare se il partito che desideriamo votare abbia come programma la tutela dei valori fondamentali nell'ordine che ci è stato proposto dalla Chiesa.

Come vedete, la Chiesa mette il tema della "pace" alla fine della scala di valori che propone, proprio per farci capire che la pace non è semplice "assenza di guerra" ma un frutto di comportamenti eticamente fondati e moralmente irrinunciabili.
 


CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE


NOTA DOTTRINALE

circa alcune questioni riguardanti  l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica

La Congregazione per la Dottrina della Fede, sentito anche il parere del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ritenuto opportuno pubblicare la presente “Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”. La Nota è indirizzata ai Vescovi della Chiesa Cattolica e, in special modo, ai politici cattolici e a tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica nelle società democratiche.

---> clicca per visualizzare l'intero documento <---

 


Maggio 2011-aggiornamento

Cari amici, desidero con voi analizzare il tempo che stiamo vivendo per maturare con voi una riflessione sull'importanza di una necessaria e più profonda conversione.
Scusate se sarò un po' lungo.

Da diverso tempo siamo stati invitati dalla Chiesa e, di riflesso, dalla lista IdM a pregare per l'Italia.
Il Papa ha voluto rendere pubblica una preghiera speciale per l'Italia qualche giorno fa, affinchè la Madonna custodisca il popolo italiano nell'unità e nella pace.
A completamento di questo affidamento il Papa ha voluto ricordare agli italiani cattolici l'importanza di quei valori cristiani e naturali che stanno a fondamento di una vera pacifica convivenza.

La Madonna, dal canto suo, ha a cuore l'Italia, perchè è la culla del papato, il luogo spiritualmente più importante dove si trova il vicario di Cristo. Dalle diverse apparizioni mariane avvenute in Europa si è potuto notare che tracciando con un segno di matita i luoghi in cui Ella è apparsa, si manifestava con evidente chiarezza una grande M, come se il nome di Maria signoreggiasse sull'Europa e particolarmente sull'Italia, cuore dell'Europa.

La Madonna ci ha più volte invitati alla conversione, ma forse abbiamo interpretato i suoi messaggi solo sul piano privato della nostra esistenza. A furia di chiudere la stanza del cuore, secondo l'insegnamento evangelico, per pregare il Padre Celeste che vede nel segreto, abbiamo relegato il cristianesimo ad un fatto privato e soggettivo, invalidandone così - di fatto - il suo carattere missionario e universale.

Quei regimi totalitari del passato che, pur martirizzando i credenti, non sono però riusciti ad eliminare il senso di fede popolare, oggi si sono trasformati in ideologie laiciste che - non potendo più martirizzare i credenti - preferiscono relegare nell'ambito privatistico e soggettivo qualunque espressione religiosa, imponendo però una nuova religione: la religione del relativismo, che ha i suoi dogmi e i suoi papi, i suoi fedeli e i suoi articoli indiscutibili di fede.

La cosa raccapricciante, però, è che a questa nuova religione aderiscono - consapevolmente o meno - molti cattolici, soprattutto quelli che in privato hanno il vangelo sul comodino, lo leggono e lo meditano, vanno in chiesa tutte le domeniche e si vantano di essere fedeli alla moglie, ma che poi di fatto agiscono in totale disobbedienza a Cristo e alla voce del Suo Vicario Romano per quanto riguarda la Cosa Pubblica.

Questa nuova specie di "homo catholicus", ultimo anello della catena evoluzionistica della cosiddetta "fede adulta", si mostra oggi quale esempio di equilibrio perfetto tra fede e ragione, tra devozione e laicità, in obbedienza non più al retrogrado Catechismo Cattolico, ma alla - Dio la benedica - "Costituzione Italiana".

E così avviene un paradosso: da un lato pregano per l'Italia "dei valori" (quelli veri, non quelli di Di PIetro), dall'altro votano ed eleggono partiti contrari a quei valori e a quel Dio che pregano.
E' quello che succede oggi, cari amici, nel mondo cattolico.
Che cammino di conversione è quello che prevede rosari, messe e digiuni, belle parole du questo o quel passo evangelico, ma che poi si mostra disobbediente alla Chiesa nell'ambito pubblico?
Le nozze gay, la liberalizzazione delle pillole abortive, l'eutanasia e la fecondazione artificiale sono una postilla insignificante all'interno di un progetto di rilancio culturale e sociale, oppure sono la pietra d'inciampo che separa i veri credenti dai falsi credenti?

Questi sono gli "errori" diffusi nel mondo dalla Russia comunista, cari amici, secondo le parole profetiche di Maria a Fatima, altro che la perversione sessuale di questo o di quel personaggio pubblico!

E invece no. Preferiamo un cattolicesimo "fai-da-te". Un cattolicesimo stile IKEA: prendi quello che vuoi dal vangelo e dalla dottrina della Chiesa e te lo monti a casa, te lo cuci addosso secondo la tua fisionomia, secondo le tue preferenze politiche, secondo i tuoi interessi.
Non si tratta di essere di destra o di sinistra, si tratta di essere obbedienti alla Chiesa!
La Chiesa è Madre, cari amici, e non è una semplice struttura di cui si può fare a meno illudendosi di continuare ad essere cristiani!
Che senso ha pregare un Pater, Ave e Gloria per la Chiesa e per il Papa dopo il Rosario, e poi disobbedire alla Chiesa e al Papa?
Questo significa idolatria. E' un peccato di idolatria, un peccato mortale, perchè non c'è divisione tra la nostra fede e la nostra persona. Non sono cose diverse! Una persona comprende anche la sua fede, e la fede influenza le sue scelte. Altrimenti non è fede, ma ipocrisia, un modo per placare il desiderio intimo di Dio, un modo per imbrogliare sè stessi.

I risultati delle ultime votazioni parlano chiaro: ai cattolici non importano i valori non-negoziabili! Il Papa è un retrogrado, ancora attaccato ai valori! Ma quali valori? Gli unici valori sono lo stipendio fisso a fine mese, altro che gli embrioni e i gay...

Perdonate la durezza, ma stringi stringi è così. Questa è la fede degli italiani.
Con buona pace del Papa....

Auguri, soprattutto a Milano e a Napoli.

 



I tre “valori irrinunziabili” dei cattolici


tratto da
http://gheddo.missionline.org/?p=712





Mercoledì scorso 25 maggio ricevo questa posta elettronica firmata:

“Sono parroco nell’hinterland milanese e ho letto con amarezza e sconcerto la tua intervista a “il sussidiario.net”. Ne ho parlato anche con altri confratelli e non ci spieghiamo questa tua caduta di stile, nonché l’appoggio a quella linea che tutta la Chiesa finalmente sta a poco a poco scaricando e criticando. Davvero senza parole, ci dispiace. Ti conoscevamo per una persona che, mettendosi in gioco e pagando anche personalmente, facevi ben altre battaglie rispetto a questa di appoggiare una parte politica che ultimamente ha calpestato il Vangelo in molti modi. Sinceramente: inspiegabile. E conoscendoti, non vogliamo ipotizzare altro”. Poi ho ricevuto alcune altre lamentele dello stesso tenore.

Ho subito risposto: “Caro confratello, grazie della lettera, ma sinceramente non capisco l’amarezza e lo sconcerto. Mi hanno chiesto con quali criteri andare a votare e ho ripetuto quanto hanno detto il Papa e la Cei più volte: il criterio base e decisivo dev’essere misurato sui princìpi irrinunciabili( o “valori non negoziabili”), la difesa della vita dalla nascita alla morte (aborto ed eutanasia soprattutto), la difesa del matrimonio monogamico tra uomo e donna (cioè la condanna del riconoscimento giuridico del matrimonio tra omosessuali e delle coppie di conviventi), la difesa del diritto della famiglia di scegliere come educare i propri figli (quindi la parità tra scuola pubblica e scuola privata paritaria)

Credo che su queste cose siamo d’accordo o no? Nota che sono princìpi irrinunciabili non solo per i cattolici italiani ma di tutto il mondo. Tu ricordi le grandi manifestazioni dei cattolici spagnoli, con vescovi e cardinali in prima fila, contro le leggi varate da Zapatero sull’aborto, il riconoscimento giuridico del matrimonio tra i gay e le coppie di fatto, il “divorzio breve”(in 15 giorni), l’eutanasia? Perché poi la Chiesa abbia preso questa posizione, non oggi ma da sempre (ricordi la Humanae Vitae di Paolo VI condannata anche da molti cattolici nel 1968?), è stato più volte spiegato da Papa Benedetto. La crisi dell’Occidente cristiano è anzitutto una “crisi antropologica”: cioè si perde il concetto di uomo creato da Dio, si vuole manipolare il Dna dell’uomo, si vuole creare l’uomo sano e senza difetti fisici, si distrugge il matrimonio e la famiglia monogamica, ecc. E questo porta alla barbarie, l’uomo padrone di se stesso, l’uomo che manipola la natura dell’uomo creato da Dio, ecc.

Caro don, ho detto solo questo e ho escluso di voler scegliere una parte politica contro l’altra. Non è colpa mia se una parte sostiene questi criteri e l’altra vi si oppone con nuove leggi e nuovi programmi di governo anche comunale. Ogni votazione è sempre la scelta del meno peggio. Un nuovo De Gasperi ce lo sognamo!!! E’ vero che ci sono molti altri criteri di giudizio per le votazioni, ma credo che quelli “irrinunziabili” siano quelli indicati dalla Chiesa. Mi scuso di questa lunga risposta e mi spiace dare un’idea sbagliata di me stesso. Ho sempre sostenuto quello che dice la Chiesa, anche quando andava contro corrente, ad esempio la Humanae Vitae e nei casi di Vietnam e altri simili. Ma la storia ha poi dimostrato che Paolo Vi aveva ragione e non solo in quel caso! Ti saluto cordialmente, ricordiamoci nelle preghiere, è molto più quello che ci unisce di quello che, eventualmente, ci divide! Tuo padre Piero Gheddo.



Ecco il testo della mia intervista al quotidiano on line “ilsussidiario.net” (poi ripresa da “Il Giornale”):

Nella scelta su chi votare, per il cattolico il criterio non è la simpatia personale, ma le proposte che vengono portate avanti dai candidati sui temi che la Chiesa oggi ritiene decisivi, in Italia come in tutto il mondo.

A cosa si riferisce?

Parlo di quei “valori non negoziabili” indicati più volte da Papa Benedetto XVI e dalla Conferenza Episcopale Italiana come prioritari: la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale, la difesa della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, la difesa della libertà di educazione e della libertà religiosa. Non sono temi che la Chiesa sceglie a caso, c’è una ragione precisa.

Quale?


L’Occidente cristiano sta attraversando una “crisi antropologica” che riguarda lo stesso concetto di uomo. Se ci si dimentica infatti che l’uomo è una creatura di Dio si può arrivare fino a mettere le mani sulla vita e sulla morte, scivolando verso quella barbarie inseguita da Hitler e da altri come lui. È questo il punto più importante, tutto il resto, anche se condivisibile, viene dopo.

Cosa intende dire?


L’ingiustizia sociale non è stata di certo sconfitta, se però chi si batte per questo sostiene l’aborto, l’eutanasia e l’equiparazione delle coppie gay o delle coppie conviventi al matrimonio tra uomo e donna, non andiamo più d’accordo. Da cattolico non potrei mai votare infatti per un candidato che porti avanti queste idee, anche se ha in mente molti progetti meritevoli. La libertà di educare, poi, non è certo un tema minore. Le famiglie devono poter scegliere alla pari tra scuole paritarie e scuole pubbliche, come già avviene in Lombardia nel campo sanitario. Tra l’altro, grazie alle private paritarie, anche se nessuno lo dice, lo Stato risparmia parecchi miliardi di euro l’anno. Non è allo Stato, o al Comune, che spetta la regia di tutto, ma il controllo, per evitare che qualcuno faccia il furbo. Il primato resta quello dell’individuo e della famiglia, come dice la Dottrina sociale cattolica.
Padre Piero Gheddo


 


Osservatorio Politica e Fede

Luglio 2011

GRANDE MOSCHEA/ La giunta Pisapia avvia le trattative
 


 

«Una cerimonia per le unioni di fatto»
Pisapia: «Così manteniamo le promesse fatte, subito un registro


Gay: comune di Milano patrocina GAY Pride
PISAPIA: dopo successo Roma bene sostenere GAY Pride!


Tra i primi provvedimenti adottati, la Giunta di Milano guidata dal sindaco Giuliano Pisapia ha deliberato il patrocinio alla manifestazione cittadina del Gay Pride che si terra' il 25 giugno prossimo. Riunitasi oggi per la prima volta la nuova Giunta di centrosinistra che si e' insediata nel capoluogo lombardo ha concesso al corteo dell'orgoglio omosessuale di fregiarsi del logo del Comune.
Pisapia ha difeso la decisione della sua Giunta, ricordando il recente successo dell'Europride di Roma.


Il Leoncavallo sarà un simbolo dell'EXPO a spese dei milanesi
 


Bufera su Pisapia: Stipendi milionari per i portaborse assunti al Comune, mentre vengono tagliati gli aiuti per le spese dei libri scolastici.


I rom presentano il conto al Comune di Milano
 


GAY: ASSESSORE MAJORINO, MILANO AVRA' REGISTRO UNIONI DI FATTO


NAPOLI: Gay Pride, al via il corteo
in testa il sindaco de Magistris

Fra i temi della giornata il riconoscimento di pari diritti e doveri e i matrimoni gay

Al via il Campania Pride: con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ad aprire il corteo
 


GAY: A MILANO 'GAIA ZINGAROPOLI', ROM OMOSESSUALI

 in occasione del Christopher Street Day, Pride Milano 2011 ci sara' l'incontro "Gaia zingaropoli! Dalle paure alle libere diversita'." Si tratta di un confronto con i primi cittadini Rom che si dichiarano gay, per il quale l'appuntamento e' presso i Giardini di Indro Montanelli, lato porta Venezia, al quale parteciperanno Patrizia Quartieri, Consigliere Comunale del Comune di Milano


Intervista a Maria Grazia Guida, vicesindaco di Pisapia.

«Abbiamo sostenuto il patrocinio al Gay Pride all’unanimità, perché viviamo in una città aperta alle soggettività, che non tollera ma valorizza le diversità. Non c’è stata neanche discussione».


Come "cattolica", sulla base della dottrina della Chiesa, non ha vissuto una difficoltà nel concedere il patrocinio a una manifestazione di orgoglio omosessuale?


«Perché, scusi, che cosa dice la Chiesa sugli omosessuali? Il Vangelo parla a tutti gli uomini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale».

La sua giunta ipotizza l’istituzione di un registro civile per le coppie di fatto tra cui anche quelle omosessuali?


«Dal punto di vista sociologico la nostra città deve affrontare situazioni molto diverse. Ne dobbiamo tenere conto per tutelare le miriadi di forme in cui le persone condividono la vita.>>

Il Gay Pride è stato spesso teatro di offese al Papa, alla Chiesa, ai sacerdoti. Questo non rende poco opportuno un patrocinio istituzionale?


«Si prenderanno la responsabilità gli organizzatori.

 


Gay - Pride, cartelli contro il Papa. E Vendola è in testa al corteo

Diversi i cartelli che "sbeffeggiano" Papa Benedetto XVI. Uno dei manifestanti ha un cartellone dove si vede la foto del Pontefice in mutande e col reggicalze e sotto la scritta "veste Prada, ma è amica di Satana

L'Iitalia dei valori: libertà e democrazia "Questa è una grande manifestazione per la democrazia e la libertà dove migliaia di persone partecipano perchè si riconoscono nei diritti, non solo degli omosessuali, ma di tutti". Lo affermano in una nota congiunta il responsabile dei diritti civili dell’Italia dei Valori, Franco Grillini, e l’onorevole Silvana Mura, che sfilano per l’Europride. "Chi ha contestato questa manifestazione - proseguono - è senza vergogna, perché si tratta delle stesse persone che non hanno aperto bocca di fronte ai bunga bunga del presidente del Consiglio con le minorenni. La stessa presenza di Lady Gaga, incoraggiata dall’ambasciata americana e dallo stesso segretario di Stato americano, è uno schiaffo a chi non vuol permettere a questo Paese di mettersi al passo con l’Europa, riconoscendo a tutti gli stessi diritti".

Vendola: bisogno di paese che rispetti la diversità "Abbiamo bisogno di vivere in un paese che rispetti le diversità, non sono una minaccia ma una ricchezza". Lo ha detto il leader di Sel Nichi Vendola al suo arrivo alla testa del corteo dell’Europride. Per il presidente della Puglia essere oggi "all’Europride significa testimoniare la necessità che l’Italia possa diventare europea, adeguando i propri standard di diritti civili. Il nostro è un paese in cui si fa fatica anche a bandire l’omofobia, che è stata sdoganata, vive perfino nel lessico istituzionale
11 giugno 2011

NDR: Profezia della Beata Anna Maria Taigi ('700):


" [...]dopo questi segni, quando si sarà vicini alla fine, il Drago sarà sciolto e la Divina Madre inviterà alla penitenza e gli uomini senza tener conto dei Celesti moniti andranno per le vie della Eterna Città Santa bagnata dal Sangue dei Principi(Apostoli), portando la Lussuria in processione; e il Padre della Menzogna sarà a loro capo. Sacrilegi compiranno contro i tempi del Santo Spirito e contro la Religione: gli uomini si vestiranno da donne e le donne si vestiranno da uomini  la Voce del Santo Vicario non sarà ascoltata e l' Alma Sua figura sara fatta oggetto di scherno e risa, allora il Drago che già ha preso possesso del suo regno istillerà lumi alle menti degli a lui soggetti per diffondere l'alito pestilento della Lussuria ove il Beatissimo pose Sede e per diffondere e moltiplicare l'opera sua nefanda di distruzione e perdizione, dovrà allora dalla Cristianità implorarsi la Misericordia di Dio
e fare Orazione per la Chiesa Militante domandando aiuto alla Madre Santa e offrendo penitenze e sacrifici [...]"

 


Pisapia non commenta la liberazione di Battisti-Contestato il giornalista.
Un giornalista del Tg1 chiede un commento sulla scarcerazione di Battisti ma il neosindaco glissa. E dalla platea piovono contestazioni

 


MILANO - Via le pattuglie di militari dalle strade di Milano: a lanciare la proposta è il consigliere comunale di Pisapia, Mirko Mazzali, noto come «l'avvocato dei centri sociali», che chiede di archiviare nel capoluogo lombardo la stagione del progetto «Strade Sicure»


Milano: Gli autonomi bloccano la Messa
Botte ai fedeli per difendere i gay


 

Incursione di antagonisti in chiesa durante una messa, per contestare le posizioni in materia di omosessualità del parroco. E per inneggiare a Pisapia «liberatore di Milano». I fedeli hanno reagito, ne è nato un parapiglia poi la fuga prima dell’arrivo della polizia. «La protervia dei Centri sociali dopo la vittoria del centro sinistra ha raggiunto toni mai visti in città» puntualizza l’ex vice sindaco Riccardo De Corato.
Teatro della bravata la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, in via don Gnocchi 16, zona San Siro. Qui infatti è parroco padre Alberto, molto attivo nel combattere il disagio giovanile. Troppo, secondo i suoi accusatori, perché avrebbe sostenuto che l’omosessualità è una malattia, curabile con colloqui con psicologi. Ieri a mezzogiorno il sacerdote stava celebrando messa con il vescovo ausiliario Marco Ferrari e don Vittorio De Paoli, in onore dell’immagine della Madonna Pellegrina di Fatima, arrivata a fine aprile dal Portogallo.
«La messa era appena iniziata quando questi giovani, vestiti in maniera “alternativa” hanno fatto irruzione in chiesa urlando slogan» racconta don Vittorio. I ragazzi hanno srotolato uno striscione con su scritto «Padre Alberto, curati tu» gridando «Fuori i preti» e «Chiudete le chiese». La scena ha paralizzato un po’ tutti per qualche istante, compreso il vescovo che ha bloccato la funzione. «Poi i fedeli hanno reagito, invitando i ragazzi a uscire - prosegue don Vittorio -. Ne sono nati alterchi, con scambi di insulti e qualche energico spintone. Un giovane parrocchiano è anche svenuto dalla paura».
In qualche modo comunque gli invasori hanno lasciato la chiesa seguiti da alcuni fedeli con cui il battibecco è continuato sul sagrato. «Qualche nostro parrocchiano, forse un po’ troppo infervorato, li ha accusati di fare la voce grossa perché si sentono le spalle coperte dopo la vittorio di Giuliano Pisapia e loro hanno prontamente replicato “Pisapia ha liberato Milano e adesso ne vedrete delle belle”. Poi mentre qualcuno chiamava il 113 i ragazzi sono spariti». Gente evidentemente esperta che ha calcolato al secondo i tempi di intervento delle forze dell’ordine. Non sono ancora stati individuati anche se la vicinanza con il centro sociale «Cantiere» farebbe sorgere più di qualche sospetto.
«Questi ragazzi hanno dimostrato di avere una rabbia dentro che mi ha veramente scosso. Per questo subito dopo ho invitato i fedeli a dire una preghiera per loro. Io sono solo un povero parroco e non so come raggiungere il sindaco. Vorrei infatti spiegarli come viene speso il suo nome, perché non credo neppure lui ne sarebbe contento, e per chiedergli di intervenire in qualche modo. Temo infatti che queste irruzioni possano divenire una costante».
Stesso timore di Riccardo De Corato: «Prima la cagnara sotto casa mia, ora l’irruzione in una chiesa. Non era mai successo prima e dimostra l’arroganza dei centri sociali dopo la vittoria di Pisapia. In seguito ai segnali di apertura dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi al centrosinistra, questo è il modo in cui gli antagonisti intendono la disponibilità della Curia. Invito il sindaco a chiedere al Prefetto un tavolo sulla sicurezza e l’ordine pubblico, per evitare che questi episodi si ripetano e in forma sempre più violenta». La reazione del neo sindaco è arrivata in serata e attraverso il suo portavoce che nega gli antagonisti abbiano inneggiato a Pisapia.
 






 


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Maria Regina della Pace, prega per noi!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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